La cena “segreta” su Mussolini servita senza l’ospite d’onore

Dopo le contestazioni a Conselve, l’iniziativa di Fratelli d’Italia si è svolta a Padova. Al ristorante Venezia 130 persone per presentare il libro: non c’era il pronipote

PADOVA. «Una cena per quaranta persone, quindi la discussione del libro con il triplo delle presenze. Eravamo almeno 130, la serata è stata un successo, si è svolta in un clima sereno, come in altre occasioni». Alla fine la presentazione di “La dottrina del Fascismo”, ristampa di un volume del 1932 firmato da Benito Mussolini con il filosofo Giovanni Gentile, organizzata da Fratelli d’Italia e contestata a Conselve, si è tenuta a Padova, lontano dai riflettori, al “Ristorante Venezia”, elegante locale a fianco dell’hotel Galileo, a due passi dalla Stanga. Il luogo è stato trovato nel giro di mezza giornata, quindi il passaparola via chat e telefono per la conferma, stavolta senza dare troppo nell’occhio. Mancava però l’ospite d’onore, il pronipote del duce, Caio Giulio Cesare Mussolini, candidato con Fratelli d’Italia alle Europee. Il clamore dei giorni scorsi lo ha spinto a lasciar perdere la puntata in Veneto e a concentrarsi nella campagna elettorale nel suo collegio, nell’Italia Meridionale. C’erano invece gli altri relatori, tra cui Giordano Caracino del Fronte Veneto Skinheads, il curatore del libro Marco Scatarzi, Enrico Pavanetto di Fratelli d’Italia, Mattia Pezzolo di Azione Studentesca. «Dopo la cena per quaranta», racconta Davide Mauri, militante di Fratelli d’Italia e organizzatore dell’incontro, «ci hanno raggiunto altre decine di persone per la presentazione e il dibattito sul libro. Ci siamo concentrati su questo, del resto era il tema della serata. È una sorta di trattato di filosofia e diritto, che parla di organizzazione dello Stato e di visione dell’uomo, diritti degli operai e delle categorie deboli». Le polemiche dei giorni scorsi e la contemporanea manifestazione antifascista a Conselve non erano contemplate.

«Non ci piace parlare degli assenti», continua Mauri, «ma ci siamo concentrati sul nostro diritto di opinione e di approfondimento. Nessuno può processare le idee, per di più senza neppure aver ascoltato le argomentazioni. Noi non crediamo in una certa politica di mera mobilitazione ma in una politica di comunità, che fa dei contenuti e dei valori un patrimonio. Lasciamo ad altri la politica-vetrina delle promesse e del web a tutti i costi».

Intanto è già tempo di pensare al prossimo appuntamento, il 15 aprile a Rubano, sempre in ristorante, per parlare del libro dedicato a Pinuccio Tatarella. Anche i titolari del Ristorante Venezia confermano che la serata è filata liscia e senza intoppi. «Avevamo già ospitato un incontro di Fratelli d’Italia», spiega uno dei due soci, «e alcuni dei presenti sono stati nostri clienti in altre occasioni. Non conoscevamo il titolo del libro, lo scopriamo ora, ma noi non ci intromettiamo in questioni politiche. Abbiamo avuto ospiti esponenti di tutti i partiti, anche di levatura nazionale, compresi dirigenti del Pd. È stato da noi persino Pietro Grasso, qualche mese prima di diventare presidente del Senato».
 

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova