La proposta: «Chi si laurea a Padova deve essere favorito nei concorsi»

PADOVA. Il voto di chi si laurea a Padova deve pesare di più nei concorsi pubblici rispetto al punteggio di chi arriva da altri atenei. Ne sono convinti al Bo dove fa discutere l’emendamento presentato dall’onorevole Marco Meloni, Pd: la proposta è quella di far pesare, nei concorsi pubblici, non solo il voto di laurea, ma anche il prestigio dell’ateneo in cui è stato conseguito. La ratio che ha ispirato la proposta è data da una banale constatazione: non tutti gli atenei sono uguali e, a parità (o disparità) di voto ottenuto, ci sono studenti che hanno affrontato un percorso diverso.
Quanto ai criteri di valutazione delle università esistono già quelli dell’Anvur, l’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca. Ogni anno, l’agenzia stila anche una classifica, che pone Padova sul podio a livello nazionale. L’emendamento è ancora al vaglio del governo, ma ha già alzato un polverone di polemiche: fra le associazioni studentesche e anche nella Crui, la conferenza dei rettori, che vede in discussione il valore stesso del titolo di studio. Possibilista, invece, il rettore del Bo, Giuseppe Zaccaria: «Qualunque differenziazione che, in modo rigoroso, premi e riconosca il merito» spiega «è da accogliere con favore, essendo innegabile la differenza di qualità nella formazione che c’è fra alcuni atenei ed altri. Per quanto riguarda il testo dell’emendamento approvato,si tratta di delega legislativa al governo, che poi dovrà essere implementato con decreti delegati attuativi. Sarà fondamentale vedere bene come il dettaglio di questo principio verrà declinato. Se, come pare, si farà riferimento a criteri oggettivi e non controvertibili, asseverati dall’Anvur, tale differenziazione vedrà la certificazione di un ente terzo. Padova, ovviamente, non può che essere favorevole, vista la riconosciuta qualità della propria didattica e ricerca».
Gran parte delle associazioni studentesche, però, hanno già espresso il proprio disaccordo: «L’emendamento è allucinante» contestano Riccardo Russo e Simone Linzitto, del Sindacato degli Studenti «è un assurdo processo di gerarchizzazione del nostro sistema universitario. Una norma classista che rappresenta un ulteriore attacco agli studenti e a quegli atenei, soprattutto del Sud, già oggi fortemente penalizzati per via delle scarsissime risorse. Confrontare gli atenei, senza confrontare le condizioni di partenza degli studenti e i servizi a loro erogati, sfalsa completamente ogni qual si voglia graduatoria». Contrario anche Alessandro Asmundo, di Udu Padova – Studenti per: «Se l’idea è quella di vincolare la “classifica” ai criteri Anvur, sappiamo che non sono né aderenti alla realtà né in alcun modo attinenti con la qualità della didattica, perché si riferiscono alla ricerca. C’è poi un discorso di diritto allo studio: non tutti, per motivi economici, riescono a studiare dove vorrebbero, il meccanismo rischia di essere discriminatorio. E questo è vergognoso». Favorevole, invece, Luca Andriollo, di Vox Bovis: «La competizione mette gli atenei virtuosamente in gara fra loro, per formare al meglio gli studenti. Quanto ai voti di laurea, dovrebbero essere “pesati” rispetto alle medie dell’ateneo, e a Padova ad esempio sono molto più basse che altrove. Questo con grave svantaggio dei nostri laureati, che pure ricevono una formazione di alta qualità».
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