La Provincia rinuncia al parco di San Biagio e lo lascia in gestione al Comune di Teolo

TEOLO. La Provincia non ha soldi e non riesce più a gestire il parco di educazione stradale di San Biagio. Così lo restituisce al Comune di Teolo che è proprietario dell’area. L’impianto, che sorge...

TEOLO. La Provincia non ha soldi e non riesce più a gestire il parco di educazione stradale di San Biagio. Così lo restituisce al Comune di Teolo che è proprietario dell’area. L’impianto, che sorge su una superficie di circa ottomila metri, realizzato nel 2002 per volontà dell’allora vice presidente e assessore alla Sicurezza di Palazzo Santo Stefano, Mario Verza, da un paio d’anni versa in stato di totale abbandono. La pista dotata di semafori, incroci e rotatorie è invasa dalle erbacce, la struttura dov’era alloggiato il simulatore di guida è abbandonata come pure il magazzino per gli scooter e le bici che i ragazzi delle scuole di mezza provincia usavano durante le lezioni didattiche. Sullo stato di abbandono del parco si sono alzate nei giorni scorsi le proteste di alcuni residenti del quartiere e del portavoce locale di Fratelli d’Italia-An, Matteo Dalla Montà. Il 15 aprile scorso il sindaco Moreno Valdisolo, ha scritto alla Provincia chiedendo di avere in gestione l’area per un progetto educativo che coinvolga i giovani dell’Istituto comprensivo di Teolo. «L’allargamento di tale progetto», si legge nella missiva di Valdisolo, «risulta realizzabile in un’ottica di Distretto di polizia locale e ha trovato l’appoggio da parte di tutti i sindaci nonché del comandante Corradin». La risposta positiva della Provincia, che rinuncia all’uso della struttura, è arrivata in questi giorni. Il Comune dovrà provvedere alle spese di gestione e di manutenzione e promuovere attività di educazione stradale a favore degli studenti degli Istituti Comprensivi limitrofi e mettere a disposizione il parco anche per i Comuni che ne faranno richiesta. I residenti del quartiere San Biagio chiedono però che sia realizzato un polo aggregativo-sportivo. Un progetto c’è già. Ma il futuro dell’area, oggi più che mai, è carico di incognite.

Gianni Biasetto

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