La storia di uno sfruttamento: ecco il film di Mimì, barista romena

PADOVA. Tutti la chiamano Mimì, ma all’anagrafe si chiama Minuta Gabura. Nata a Iasi, in Romania, diploma tecnico agrario, da 15 anni residente a Padova e il prossimo 28 dicembre compirà cinquant’anni. E’ una donna bella e piena di energia e volontà, di progetti, di passioni. Prima tra tutte, quella per il cinema.
Attualmente Mimì, per sbarcare il lunario, gestisce, assieme a due collaboratrici, il bar musicale Luna Rossa, un lounge bar, dotato di una grande terrazza, che si trova a Pontevigodarzere anche se in realtà è al primo numero civico di Meianiga di Cadoneghe.
In pratica Mimì, sposata, madre di due figli e già nonna di un piccolino di due anni, fa la barista e la ristoratrice. Ma con un sogno nel cuore, da vent’anni almeno: è sempre stata una grandissima appassionata di cinema, di danza (la danza dei ventre è la sua specialità), di televisione e del mondo dello spettacolo in generale. Per un anno ha abitato anche a Roma, dove ha ottenuto il diploma di recitazione dopo aver frequentato il corso Multimedia a Cinecittà. Ha in tasca anche un attestato come attrice rilasciato dalla scuola Act Campus.
A Padova, invece, ha frequentato la scuola Fantalica e si è concentrata in modo particolare nella danza del ventre anche perché ha vissuto un per un periodo a Istanbul e parla bene il turco.
Mimì ha partecipato, con una particina, al film “Sono io l’amore” di Luca Guadagnino ed anche ad una campagna pubblicitaria assieme a Luciana Litizzetto. Per una serata ha partecipato anche ad una puntata del Crozza Italian Live, su La 7, annota nel suo curriculum pubblicato sul web.
Ma solo da poco tempo Minuta Gabura ha coronato il suo sogno: ha scritto da sola una sceneggiatura intera e ha girato cortometraggio, prodotto da lei stessa, che dura 15 minuti e che sarà proiettato giovedì 8 maggio alle 20.30, sulla terrazza della “sua” Luna Rossa. A presentare il film, che si intitola “Modella violata”, sarà Gianni Vitale della Promovies, critico cinematografico.
Il film, in cui recita una sua nipote, racconta la storia amara di una ragazza rumena, di 18 anni, che viene inviata a lavorare in un albergo in Italia. La giovane finisce prima a Rimini e poi a Padova, ma, in pochi giorni, scopre che i tre “compari” che la stanno ospitando (due rumeni ed un italiano) intendono farla “lavorare” come prostituta sul marciapiede. Per fortuna la ragazza viene salvata da una sua stretta parente che, in una sola settimana, riesce a far arrestare dalla Polizia i tre sfruttatori. E così oggi la ragazza, liberata dal racket, è una donna libera. Convive con un coetaneo padovano, che ha un’azienda commerciale avviata.
Lieto fine per il cortometraggio che Minuta assieme alla sua piccola troupe ha girato (come sceneggiatrice, regista e pure attrice) nello scorso settembre: tre giorni consecutivi di riprese, poi altri due giorni di montaggio, aiutata da alcuni collaboratori. Adesso il lavoro è finito, e giovedì arriverà il grande giorno della pubblica presentazione. «Poi vorrei partecipare a festival di cortometraggi, vorrei farlo girare», racconta Minuta Gabura; «Questo racconto vuole essere un messaggio contro la prostituzione e lo sfruttamento. Noi donne non dobbiamo fermarci e dobbiamo dire sempre la verità, denunciare se subiamo violenza: allora le cose possono cambiare». La storia che viene raccontata nel cortometraggio è una storia vera, una delle tante storie di ragazze che partono dalla Romania inseguendo il sogno di una vita migliore, si affidano a chi le inganna e finiscono sul marciapiede, schiave di sfruttatori. Fino a che non trovano il modo e la forza di ribellarsi, di chiedere aiuto.
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova