La truffa dello specchietto si evolve ma non va a segno

VO’. Imperversa anche sulle strade dei colli la truffa degli specchietti rotti. L’altra mattina verso le 9 per poco non cadeva nella trappola Antonio De Bortoli, un cinquantenne di Vo’ che mentre percorreva al volante della sua auto via Calti, la strada che da Zovon sale verso Teolo, ha sentito un botto sulla fiancata. «Poco dopo», racconta De Bortoli, «mi sono accorto dallo specchietto retrovisore che mi stava seguendo una Citroen bianca e l’uomo alla guida mi ha fatto ripetutamente i fari segnalandomi di accostare. Mi sono fermato vicino alla trattoria Ponte del riposo, dalla Citroen è uscito un uomo che, arrabbiatissimo, mi ha accusato di avergli distrutto lo specchietto retrovisore e mi ha fatto notare sulla fiancata della mia macchina uno striscio del colore bianco della sua vettura. Con accento meridionale mi ha chiesto i danni, facendosi forte del fatto che in macchina aveva una donna che poteva testimoniare l’accaduto. Ripeteva che non aveva tempo da perdere per la constatazione amichevole perché doveva recarsi in ospedale e pretendeva quindi il rimborso immediato. Al mio deciso rifiuto ha deciso di aggiustarsi da solo lo specchietto e se n’è andato». Lo striscio bianco rimasto sulla carrozzeria dell’auto di De Bortoli non era altro che un segno fatto dal truffatore con un colore a cera quando è sceso dalla macchina. «Me ne sono accorto quando passando la mano sullo striscio, il segno spariva», ha aggiunto De Bortoli. «Il colpo che ho sentito probabilmente era di un pezzo di legno che la coppia aveva messo sulla carreggiata. Una truffa organizzata bene, spero non accada ad altri».