Ladri in casa a Sarmeola, fa lo sciopero della fame

Svaligiata la cassaforte che custodiva 64 mila euro: «Erano i soldi che servivano per comprare casa con mia moglie» 
La cassaforte sventrata nel ripostiglio della casa a Sarmeola di Rubano del trentenne Andrea Borrelli
La cassaforte sventrata nel ripostiglio della casa a Sarmeola di Rubano del trentenne Andrea Borrelli



RUBANO. Uno sfogo di 6 minuti e 27 secondi affidato al video in modalità selfie di una diretta Facebook. Un modo per gridare al mondo la rabbia per un furto che può cambiare il corso di una vita. Andrea Borrelli, 30 anni, l’altra sera è entrato in casa e ha scoperto che i ladri gli avevano rubato i 60 mila euro che custodiva nella cassaforte. «Io e mia moglie dovevamo comprare casa», poi smette di parlare perché comincia a piangere. Lacrime vere, come vero è il dispiacere di un uomo che ha perso la certezza del futuro.



E allora adesso Andrea Borrelli non scherza quando dice di essere intenzionato a fare lo sciopero della fame. «Non tocco cibo fino a che non prendono questi delinquenti. La situazione è insostenibile, serve l’atto forte di qualcuno. E io sono disposto a farlo» dice al telefono e anche sul video pubblicato nella pagina Facebook, che in queste ore sta catalizzando commenti e condivisioni.



Un passo indietro. Venerdì, come ogni giorno, Andrea è uscito dalla sua casa di via Liguria 13 a Sarmeola di Rubano per andare a lavorare nell’azienda di famiglia, la Magicabula Srl di Selvazzano. Una volta finito di lavorare ha raggiunto casa dei suoceri con la moglie per una cena tutti insieme. Alle 22.40 sono rientrati a casa. «La porta non si apriva, ho chiamato i carabinieri, siamo entrati insieme», racconta descrivendo gli scatoloni sparsi sul pavimento, gli indumenti fuori dai cassetti, l’intimità violata. E poi l’odore di metallo che veniva dallo scantinato.



«Con una mola a disco hanno segato la cassaforte nel ripostiglio e hanno preso tutti i miei risparmi: 64 mila euro». E poi continua a piangere, Andrea. I carabinieri di Mestrino gli hanno detto che probabilmente hanno usato un metal detector per individuare tutti i luoghi in cui sono custoditi oggetti di metallo. E non si può spiegare in altro modo, visto che la cassaforte era in un angolino dello scantinato, dietro a un “muro” di pacchi. «O sapevano, oppure hanno usato qualche strumento per individuarla», ragiona il padrone di casa. Che poi padrone non è. «Siamo qua in affitto, dovevamo fare il passo».



Andrea Borrelli ne fa un problema di sicurezza globale tra Padova e la cintura urbana. «Non è possibile tollerare una situazione di questo tipo, ogni giorno c’è un furto, una spaccata, una rapina. La gente che lavora viene distrutta dalla gente che delinque e questo non può accadere. Per questo ho deciso di fare questa protesta pubblica». —


 

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