Ladri incendiano la rimessa per rubare i risparmi di una famiglia

Il 6 ottobre un incendio ha bruciato la rimessa della famiglia Parpaiola in via Monsignor Fortin, a Terranegra. Lo stesso giorno i ladri rubavano tutti i risparmi
CARRAI - CASA BRUCIATA CON FURTO VIA FORTIN. MARTA PARPAIOLA CARRAI - CASA BRUCIATA CON FURTO VIA FORTIN.
CARRAI - CASA BRUCIATA CON FURTO VIA FORTIN. MARTA PARPAIOLA CARRAI - CASA BRUCIATA CON FURTO VIA FORTIN.

PADOVA. Lo scorso 6 ottobre un incendio ha bruciato la rimessa della famiglia Parpaiola in via Monsignor Fortin, a Terranegra. Lo stesso giorno, forse negli stessi istanti, i ladri rubavano tutti i risparmi e l’oro della famiglia. Nella disavventura anche la tragedia: quei soldi, ritirati qualche giorno prima dalla posta, non solo erano tutti i risparmi di una vita ma servivano a curare il signor Mario, 83 anni, in coma all’ospedale e affetto da gravi patologie. La disperazione della moglie, Marta Gervasuti, è toccante. L’anziana donna piange pensando al futuro. «Cosa ne sarà di noi?» si domanda tra le lacrime.

Lei che per mesi si è divisa tenace e determinata tra ospedale e casa, oggi non ha nemmeno un tetto dove vivere. In via Fortin infatti i pompieri hanno dovuto negare l’agibilità perché le fiamme hanno gravemente compromesso l’impianto elettrico. «Ci vogliono 1.500 euro per rimetterlo a nuovo – riferisce Marta – E io non ho i soldi nemmeno per fare la spesa. Devo accettare l’aiuto dei miei figli. Loro sono generosi e non me lo fanno pesare, ma sono io che mi sento di troppo». Lo sguardo cade sui mezzi sanitari ausiliari che il marito è costretto ad usare: il braccio per sollevare il letto, la sedia a rotelle, tutto andato distrutto. «Sono apparecchi che costano tanti soldi – si dispera la donna – Appena pochi giorni prima ero andata alla posta a prendere tutto quello che avevamo: volevo essere pronta per ogni evenienza. Ho ritirato 4 mila euro, in più conservano le 2 mila euro di aiuto del Comune. Ho messo tutto in una cassetta di sicurezza che si sono portati via. Dovevano sapere dov’era: sono entrati a colpo sicuro. Nell’armadio, in un giaccone di mio marito con due grandi tasche interne, avevo diviso tutto l’oro: via anche quello. C’erano oggetti di valore pagati poco per volta che da soli erano un capitale: il mio orologio d’oro, 3 anelli di cui uno di brillanti, un collier, la spilla dei 25 anni di matrimonio con diamanti. Mi hanno ripulita di migliaia di euro. Secondo me l’incendio non è stato un caso: forse erano dentro quando i pompieri domavano le fiamme o forse hanno bruciato per cancellare le impronte. Di sicuro è stato qualcuno che ci conosce».

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