Lasciato morire, chiesto il giudizio
Abbandono a Villa Altichiero: sette medici e cinque infermieri nei guai

Abbandonato nel letto di un ospizio. Mal curato e poco assistito da medici e infermieri tanto da avere problemi respiratori e un piede in gangrena. Sono stati un calvario gli ultimi quattro mesi di vita per Attilio Sartor. L'anziano di 84 anni, residente in via Citolo da Perugia 74, è morto per choc settico l'1 agosto 2009, dopo 13 giorni nella Rianimazione all'ospedale di Padova. Per sette medici e cinque infermieri della casa di riposo Villa Altichiero è stato sollecitato il rinvio a giudizio: il pm Orietta Canova li accusa a vario titolo di abbandono di persone incapaci. Secondo la procura i medici avrebbero omesso di prestare all'anziano le doverose cure, mentre gli infermieri non avrebbero richiesto ai sanitari un sollecito intervento sul paziente. Il 5 aprile è fissata l'udienza preliminare davanti al gup Vincenzo Sgubbi. Sul banco degli imputati i medici Maurizio Mazzucchi Zanon, 60 anni, padovano (difeso dagli avvocati Paola Porzio e Mirko Arena), Svitlana Lytovcenko 40 anni ucraina, Illi Suguna 62 anni indiana, Natalia Buceatchi 42 anni moldava, Biagio Polverino 43 anni napoletano domiciliato a Selvazzano (tutti difesi dall'avvocato Filippo Paccagnella), Francesco Paesotto 51 anni padovano (avvocato Mario Gregio), e Claudio Leonardi 50 anni residente a Canove di Roana (legali Elisabetta Magnabosco e Mauro Zebele). I cinque infermieri sono Paola Zuffi 47 anni padovana (avvocato Franco Monteverde), Tanjusa Ivkovic serba di 40 anni, Emanuela Falabella 59enne padovana, Nasibe Bici albanese di 52 anni ed Elena Rusu 33enne moldava (avvocato Pietro Caffa). La «via crucis» di Attilio Sartor inizia poco prima del Natale 2008 quando si rompe un femore e viene ricoverato in ospedale dove è sottoposto a un intervento per la riduzione della frattura; nel febbraio 2009 è di nuovo in pronto soccorso per una caduta. Attilio Sartor, oltre ad essere un 84enne con problemi motori dovuti alla frattura, soffre di diabete. Le figlie Carla ed Ermina decidono di avvalersi della struttura di riposo Villa Altichiero per garantire al padre un'assistenza specializzata. Sartor entra nella casa di riposo al civico 2 di via Altichiero il 25 marzo 2009. Il 4 maggio cade di nuovo a terra nel trasferimento letto-carrozzina. In pronto soccorso gli danno altri 15 giorni di prognosi per contusioni. Ma è all'inizio di luglio che la situazione precipita: l'anziano telefona più volte ad amici e familiari, dice di star male e che nessuno lo cura. Lamenta difficoltà respiratorie e mon solo. Per infermieri e medici, invece, il paziente sta bene, tanto che più volte lo ribadiscono ai familiari il 19 luglio. Quel giorno le due figlie e un nipote lo vanno a trovare separatamente nell'arco di 4 ore. Attilio rantola perché ha difficoltà a respirare e non gli viene somministrato ossigeno. Il piede sinistro in gangrena non viene medicato a dovere secondo le linee guida europee e la letteratura internazionale. Il nipote litiga con un'infermiera e chiama l'ambulanza. Sul posto i sanitari del Suem si accorgono della gravità delle condizioni. In pronto soccorso è diagnosticato uno choc settico: Attilio entra in coma. Tre giorni dopo gli viene amputato il piede sinistro. Ricoverato in Terapia intensiva, muore l'1 agosto.
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