L'associazione bengalese cerca casa

Intanto fornisce informazioni, organizza corsi e ripetizioni a Cadoneghe e fa da mediatore culturale con i profughi arrivati dalla Libia
SEGRETARIO DI SABUZ BANGLA Asher al centro con famiglia e amici
SEGRETARIO DI SABUZ BANGLA Asher al centro con famiglia e amici
 
CADONEGHE.
Ultimo giorno di Ramadan festeggiato anche a Cadoneghe dall'associazione Sabuz Bangla, che ha organizzato la preghiera comunitaria dell'Eidul Fitur alla scuola Galilei. Una preghiera che si è svolta alle 7 del mattino, per consentire alle persone di andare a lavorare.  «Non tutte le fabbriche e i datori di lavoro consentono ai dipendenti musulmani di rimanere a casa a festeggiare», spiega Mahamud Asher, il segretario dell'associazione. Lui il permesso lo ha avuto e ieri era casa, con la famiglia e gli amici, vestiti a festa a mangiare prelibatezze bengalesi.  Un pezzo di cuore di Mahamud Asher, però, è in Bangladesh, dove sono rimasti i genitori e da cui è dovuto scappare perchè come molti altri studenti universitari undici anni fa si oppose al regime che governa il suo paese. Fuggito come tanti dei quattromila bengalesi che vivono nella provincia di Padova e che l'associazione aiuta in diversi modi: con informazioni sui documenti, corsi di italiano con la Brigata di solidarietà attiva, corsi di computer e cucito per le donne, ripetizioni per bimbi bengalesi e regalando personal computer alle famiglie che non possono permetterselo.  «Il Comune di Cadoneghe, poi, ha organizzato un corso di italiano per donne - continua Mahamud - e ci ha chiesto di fare da mediatori con i profughi bengalesi arrivati dalla Libia».  Ma l'associazione Sabuz Bangla, ormai, è diventata un punto di riferimento anche per indiani, cingalesi e nordafricani. Quello che cerca adesso è una sede. Per il momento c'è un recapito telefonico: 3288799254. (cri.s.)

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