Al via ai lavori per l’hub Alì: «Soddisfatti dopo tanto dibattito»
Arrivano le ruspe in via Svezia per l’ampliamento del polo logistico. Restano pendenti due ricorsi al Tar

«Non nascondiamo la soddisfazione di poter aprire il cantiere, dopo la lunga fase di confronto pubblico e politico». Sono le parole con cui il gruppo Alì ha annunciato l’avvio dei lavori – previsto per oggi – dell’ampliamento del polo logistico di via Svezia a Camin, in zona industriale. Un progetto contestatissimo, che nei mesi scorsi ha acceso gli animi e spaccato il centrosinistra.
E un progetto la cui autorizzazione attende ancora il giudizio del Tar per ben due ricorsi: uno del comitato ambientalista del rione e l’altro del Comune di Saonara. L’avvio del cantiere era però necessario: c’era un anno e mezzo di tempo dall’ok del consiglio comunale (quindi fino al prossimo ottobre), pena il decadimento del permesso a costruire.
Il cantiere e gli oneri
«Il cantiere garantirà, per almeno tre anni, occupazione per più di venti ditte del territorio e un centinaio di loro dipendenti – spiega il gruppo Alì in una nota – Una volta completati i lavori nel nuovo polo logistico lavoreranno oltre 300 collaboratori. Si stima che l’ampliamento del magazzino darà un beneficio economico di più di 100 milioni di euro, risorse importanti a favore del nostro territorio in termini di indotto».
Sempre sul versante economico l’azienda della famiglia Canella ha già versato al Comune gli 8,5 milioni di contributo straordinario per l’operazione. Soldi che Palazzo Moroni ha destinato all’acquisto dell’ex caserma Romagnoli (da trasformare in un parco) e ad alcune opere compensative per il rione di Camin. Ma è tutto ancora congelato sempre a causa del Tar, la cui decisione è attesa entro dicembre.
Il progetto
Il progetto prevede l’ampliamento dell’attuale polo logistico su 50 mila metri quadri (con un magazzino verticale automatizzato alto una trentina di metri), altri 50 mila metri quadri di strade, marciapiedi e parcheggi drenanti e infine ancora 50 mila metri quadri di aree verdi: «L’ambizione del gruppo Alì è quella di realizzare un’opera che risponde ai più alti standard dal punto di vista logistico e ambientale. Ricordiamo che realizzeremo un bosco urbano con oltre 2.500 piante e vegetazione, oltre a nuovi invasi per la raccolta delle acque piovane – sottolinea la nota dell’Alì – Abbiamo voluto fortemente investire su Padova, perché la nostra azienda è nata e si è sviluppata qui. Qui abbiamo le nostre radici e vogliamo continuare a crescere insieme alla nostra città».
Le polemiche
Il via libera al progetto non è stato esente da polemiche, che hanno diviso entrambe le coalizioni politiche, ma soprattutto il centrosinistra, mandando in crisi la maggioranza che sostiene Sergio Giordani. Il tema del consumo di suolo ha messo insieme 34 sigle tra comitati, associazioni e sindacati che hanno protestato in consiglio comunale con lo slogan “Stop cemento”.
Anche Legambiente aveva espresso critiche, sottolineando come «un progetto che asfalta due terzi dei terreni disponibili non possa essere considerato compatibile». L’autorizzazione era stata approvata con 15 favorevoli, 12 contrari e 6 astenuti: il no era arrivato anche da 5 consiglieri di maggioranza.
Le compensazioni
Con gli oneri straordinari dell’operazione il sindaco Giordani si è impegnato a realizzare un grande parco verde nell’ex caserma Romagnoli, a Chiesanuova. L’area è di proprietà di Invimit (società del ministero) che recentemente ha avviato la procedura per trovare un privato che investa per realizzare uno studentato nella piccola porzione di area dove è prevista una cubatura. Un’operazione che potrebbe fornire nuovi finanziamenti per realizzare il parco. —
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