Le 52 gallerie: passi nella memoria sul monte Pasubio

VICENZA. Ardita mulattiera della Grande Guerra, la Strada delle 52 Gallerie attraversa le viscere del monte Pasubio ed è un irresistibile invito a passeggiare nella storia.
Ha da poco compiuto cent’anni e tra le volte di roccia conserva gelosamente la sua essenza: simbolo di un’umana impresa calata tra la bellezza della natura e il fragore degli armamenti. Iniziata nel febbraio del 1917, sfidando la tormenta di neve, venne ultimata nel novembre successivo dagli uomini della 33esima compagnia minatori del Quinto reggimento del Genio dell’Esercito italiano.
Immaginare

«Non percorretela a testa bassa, guardatevi intorno, cercate sul terreno le tracce del tempo passato» suggerisce Paolo Asnicar, guida alpina e operatore turistico. Provate a chiudere gli occhi e a immaginare il rumore dei picconi e il rimbombo delle cariche d’esplosivo che hanno plasmato il percorso alternando strapiombi, anfratti e guglie di pietra.
«Le 52 gallerie vennero scavate tutte a mano, sono un capolavoro di ingegneria, architettura e resilienza, realizzato abbinando tutte le tecniche note all’epoca, cunei, aria compressa, dinamite e picconate. Dei piccoli binari servivano ad asportare il materiale aiutandosi con i carrelli» racconta l’esperto. Così per 6,5 chilometri, affrontando un dislivello di 800 metri.
Concepita per il trasporto di approvvigionamenti e munizioni al riparo dal fuoco nemico, la strada miliare veniva regolarmente percorsa dai muli.

«Per evitare che gli animali cadessero nel vuoto vennero posizionate protezioni verso valle, e poi il tragitto era illuminato, per far scivolare via la neve dalle baracche si adoperarono putrelle di ferro e c’era la teleferica» spiega la guida. Guardandosi attorno si possono cogliere i particolari. Meritano più di qualche sosta i panorami a sud con il Pian delle Fugazze e a nord il passo della Borcola, tra le province di Vicenza e Trento. Se si guarda a valle, ecco l’ossario del Pasubio e il Forte Maso.
Due ore di cammino

Il percorso dura circa tre ore tra curve, biforcazioni, immersioni nel buio fresco delle grotte, ognuna battezzata con il nome di chi l’ha realizzata, oppure della città di provenienza delle maestranze. La galleria più lunga e maestosa è la 19 “attorcigliata” come una scala a chiocciola dentro a un torrione di sasso, 313 metri con le torce accese prima di riveder la luce. Merita una sosta la 43 che sbuca ai piedi del Passo di Fontana d’Oro dove l’occhio attento potrà notare la presenza di una vecchia cabina elettrica che serviva ad alimentare il cantiere bellico ma anche il colore dei pascoli che ricordano il verde d’Irlanda.
Raggiunti i 2.000 metri, quasi al termine della salita tra cielo e inferi, la sensazione è di aver abbandonato la pianura per un’altura dalle fattezze dolomitiche. Pochi passi ancora con gli zaini in spalla fino a raggiungere il rifugio Achille Papa per concedersi una meritata sosta. Per chi non conosce il percorso è consigliata la visita guidata, www.stradadelle52gallerie.it.

IL PERSONAGGIO
Protagonista della straordinaria opera fu certamente il capitano Corrado Picone, a capo della 33ª Compagnia minatori del 5º reggimento dell’Arma del genio dell’Esercito Italiano, cui fu affidato il compito di realizzare la strada che doveva portare in quota le fanterie italiane. La definì «risultato della reciproca stima e della più perfetta intesa fra ufficiali, graduati e soldati».
IL LIBRO
Tra i libri che più hanno contribuito alla conoscenza della strada militare un posto speciale è occupato dal volume “La strada della Prima Armata” pubblicato nel 1925 dal Cai di Schio con le fotografie scattate da Mario Zuliani. Nel 2017 una mostra, curata da Claudio Rigon, ha raccontato la storia della strada delle gallerie mostrando le immagini del cantiere.
LA SOSTA
Per chi completa la salita, a quota 1928 il rifugio Achille Papa rappresenta l'angolo di ristoro. Il posto regala una vista strepitosa e offre pietanze semplici a base di prodotti tipici: zuppa di cipolle e patate, carni succulente, frittate al burro, dolci alle mandorle e vino della casa. Si può pernottare. Fino al 18 ottobre (0445 630233); prenotazione opportuna.
IL TOUR
Dopo aver scoperto le gallerie del Pasubio perché non addentrarsi nel Vicenza Tour 2020, perlustrazioni guidate per conoscere la città del Palladio? A luglio fra tesori perduti e torri medioevali, ad agosto l’arte delle chiese e la Vicenza underground calandosi nelle sale ipogee di palazzo Chiericati, a settembre le vie d’acqua andando per ponti e mulini. www.vicenzae.org

DOVE
La Strada delle 52 Gallerie è tra Vicenza e Trento. Valdastico, uscita Thiene-Schio, SS122 per Schio; il tour inizia a Bocchetta Campiglia
COME
L’Ufficio Informazione e Accoglienza turistica di Vicenza (0444.320854) è aperto fino al 31 agosto tutti i giorni, 9 - 18.
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