Le aziende: «Uno stillicidio di imposte»
Ottomila ottocento euro in più rispetto al 2011. Ecco quanto si ritroverà a pagare il gruppo Sticar con un'aliquota Imu all'1,02 per cento. L'azienda ha sede a Padova e si occupa di commercializzazione, noleggio e assistenza per carrelli elevatori e piattaforme aree. La previsione di spesa elaborata dai suoi uffici è un esempio di quanto, conti alla mano, le aziende padovane potrebbero pagare con l'ulteriore innalzamento dell'aliquota Imu per gli immobili che non sono “prima casa”. Se nel 2011 l'Ici per il gruppo padovano era costata 11mila 574 euro, nel 2012 la Sticar potrebbe trovarsi a pagare 20mila 554 euro con una crescita del 74 per cento. C'è di più: le aziende devono fare i conti con bilanci che si chiudono su base annuale e un incremento del genere per le voci di spesa diventa un problema ulteriore da gestire. «È la solita goccia che fa traboccare il vaso, un continuo stillicidio di tasse» commenta Paolo Stimamiglio, presidente di Sticar, «di fatto è una patrimoniale a tutti gli effetti messa attraverso i Comuni». Ma se questo può valere per chi ha effettivamente una seconda casa, per il mondo industriale si rischia di colpire un settore già in bilico. Il problema dunque riguarderà tutte le 1829 imprese manifatturiere su suolo padovano, il 12,7 per cento della provincia. Anche le aziende solide che hanno retto nonostante una congiuntura economica negativa rischiano di dover fare i conti con una “botta” da svariate migliaia di euro. «Questa tassa si aggiunge alle altre che già ci sono». continua Stimamiglio, «In Italia, ormai, è quasi impossibile operare».
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