Le camelie rendono omaggio all’abate Berlese

RONCADE. La camelia non è un semplice fiore: è l'espressione della cromia naturale che ha ispirato la nascita del Tricolore, ed è stata l’oggetto di studio di un trevigiano che a essa ha dedicato la sua esistenza. Oggi e domani si parla di camelie al Castello di Roncade che, nel suo programma culturale, affianca questo curioso tema a quello dedicato al centenario della Grande Guerra. Quest’anno, infatti, la Società italiana della camelia onlus, che ha sede a Verbania sul Lago Maggiore, compie cinquant’anni e sceglie Roncade per celebrare il suo anniversario per rendere onore all’abate Berlese di Campomolino, che all’inizio dell’Ottocento è diventato il padre della cameliografia in occidente. Oggi alle 12, nel salone della villa, ne parla il professor Carlo Berlese, discendente dell’abate, seguito dall’intervento del presidente dell’associazione Andrea Corneo, che inquadra la storia del fiore orientale legandola al ruolo importante che ebbe nel risorgimento italiano (cameliaitaliana.it). Ad accompagnare, la fioritura delle prime camelie invernali e l’esposizione di alcuni premi di mostre e oggetti che raccontano la storia dell’Associazione. Alle 16, in un incontro a cura di Lisa Marra, Carlo Lucarelli ripercorre con lo scrittore veneziano Alberto Toso Fei gli avvenimenti che hanno portato all’inizio del primo conflitto mondale attraverso gli aspetti meno conosciuti. A cura di Sandro Buzzatti e Francesca Gallo, alle 18,30, segue una lettura musicata del libro “Calce viva” di Antonella Benvenuti, che racconta la storia di Eleonora e Marco, e del loro amore oltre la trincea. In tema di libri, domani, alle 16, Paola Pastacaldi presenta “L’Africa non è nera”, che descrive una vicenda storica e familiare sugli italiani ad Asmara, in Eritrea, durante il periodo coloniale. Dalle 10 alle 18 giornata dedicata ai più piccoli con “Il Castello in Gioco!”, che propone a bambini tra i 6 e i 15 anni attività ludico-didattiche ispirate all’artigianato e all’arte. Ci saranno laboratori di lana e stoffa, di origami, di fotografia e “selfie”.
Non finisce qui: in un’esplosione di filato, secondo la tradizione dello Yarn Bombing e della fiber art, il grande ambiente dell’ex imbottigliamento verrà rivestito dalla coperta più grande del mondo fatta ad uncinetto. Le singole pezze verranno vendute in beneficenza e sosterranno l’associazione italiana sclerosi multipla.
Silvia Zanardi
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