«Le mie invasioni 2015: barbariche e da matti»

ROMA. Interviste barbariche e, quest’anno, anche “da matti”. Daria Bignardi torna a condurre su La7 il programma in cui domanda dopo domandadà spazio a storie e temi di attualità mettendo sotto i riflettori persone note del mondo della politica, della musica, del cinema e della cultura, ma anche persone comuni. “Le invasioni barbariche” ripartono questa sera, in diretta, dalle 21.15 per tre ore, per dodici puntate. «Il format non è cambiato» anticipa la conduttrice. Ma qualche novità c’è.
Cosa cambia rispetto all'anno scorso?
«In questa stagione collaboreremo con la “redazione” di RadioShock, formata da un gruppo di pazienti psichiatrici del Centro di Salute Mentale di Piacenza. Fanno un programma radiofonico, nato come progetto riabilitativo nel 2006, quasi nostro coetaneo. E come noi basato su “domande barbariche”. Sono estremamente diretti e spiazzanti, cercano di trovare la persona dietro al personaggio. Gli ho proposto subito di collaborare».
Che parte avranno nella trasmissione?
«In collegamento da Piacenza, interverranno con delle domande in una delle interviste della puntata. Non ho idea di cosa succederà in diretta, ma nelle riunioni preparatorie abbiamo riso molto. Ricordo ad esempio una delle loro domande: “Cosa pensa delle fughe dei cervelli? Il nostro è scappato da tempo”. Sono molto autoironici».
Chi l’affiancherà in questa edizione? L’anno scorso c’era Geppi Cucciari.
«I redattori di RadioShock: l dopo Geppi, i pazienti psichiatrici».
Nella prima puntata ci sarà Matteo Renzi.
«Il punto di partenza saranno i suoi 40 anni, compiuti nel giorno della manifestazione di Parigi dell’11 gennaio. La prima volta che venne in trasmissione da noi era il 2006, era un giovane presidente della Provincia. Non penso all’epoca avesse immaginato, nonostante la sua determinazione, che per i suoi 40 anni si sarebbe trovato con 50 capi di stato per le vie di Parigi, anche se in una circostanza drammatica e unica. Sono curiosa di sapere come ha vissuto questo momento».
Intervisterà anche Gipi, Fedez, Gabriele Muccino, Lucia Annibali. Perché parte da loro?
«Gipi, autore della sigla “urlata” delle Invasioni, fu premiato da Wolinski, uno dei disegnatori uccisi nella redazione di Charlie Hebdo. Fedez è il personaggio televisivo dell’anno, ha uno sguardo molto contemporaneo su cosa vuol dire oggi fare l’artista. Poi, volevo incontrare da tempo Lucia Annibali. Tra una settimana comincia il processo d’appello al suo aggressore. È una persona unica per come ha vissuto quello che le è successo. Riesce a raccontare molto bene cosa vuole dire uscire da un incubo persecutorio».
Quale intervista non rifarebbe?
«Non c’è un intervista che non rifarei».
Anche quest’anno offrirà una “birretta” agli ospiti dell’ultima intervista?
«Non ci ho ancora pensato. Non mi piace ripetermi. Ma la birretta, a una certa ora, va da sé. Non è in copione, ma alla fine sono gli ospiti che la chiedono». (c.l.)
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