Le piaghe bibliche dei Colli Euganei

TEOLO. Non solo cinghiali. A creare danni al patrimonio ambientale dei Colli Euganei negli ultimi anni sono alcuni insetti molto fastidiosi, assolutamente innocui per adulti e bambini, che però attaccano la vegetazione e che si riproducono con facilità grazie anche alle mutazioni del clima.
Si tratta di specie, alcune autoctone, che non hanno in zona predatori naturali. In questo periodo di stagione la specie più aggressiva è la “Barbitistes vicetinus”, la cavalletta che attacca boschi, vigneti, orti a margine delle aree boschive.
Un altro insetto comparso sui colli una decina d’anni fa è il “Dryocosmus kuriphilus”, detto anche cinipide del castagno che si propaga nei castagneti mettendo in sofferenza le piante. A comporre il terzetto dei fastidiosi insetti infestanti sugli Euganei è l’ “Arocutus melanocephalus”, più famoso come cimice dell’olmo, che arriva con i primi caldi nelle aree dove sono presenti piante di olmo.
La cavalletta. La Barbitistes negli ultimi anni sta facendo man bassa non solo di fogliame di alberi, viti e altre piante da frutto, ma anche di ortaggi come l’insalata.

È di questi giorni la notizia di un forte attacco ai vigneti di uve pregiate nella zona di Carbonara di Rovolon e Arquà Petrarca. Segnalata una quindicina di anni fa sul versante ovest dell’area a parco, in particolare nella zona di Zovon e Boccon, ai piedi del Venda, con il tempo si è spostata verso est e oggi le aree più colpite sono quelle di Teolo, in particolare della zona del Lonzina e Boscalbò nella frazione di Tramonte, e Torreglia verso il valico di Regazzoni al confine con il comune di Galzignano Terme.

L’unico metodo biologico per arginare le pullulazioni di questo insetto che non disdegna di avvicinarsi alle abitazioni, sono le faraone. Si tratta però di un rimedio molto limitato all’interno del perimetro delle aziende agricole che allevano questi animali da cortile. Come metodo di contenimento è stato individuato l’uso di insetticidi piretroidi contenenti deltametrina.
Si tratta di una lotta che il comune di Torreglia ha messo in atto un paio d’anni fa nella zona di via Volti, sul versante nord del colle Regazzoni, ma che ha dato risultati parziali anche perché le cavallette sono insetti che migrano in continuazione.
La vespa del castagno. Il piccolo imenottero di colore nero sta mettendo a rischio quella che è una delle risorse economiche e ambientali dell’area dei colli.

Basti pensare che i pali di castagno, oggi in gran parte sostituiti da quelli di ferro, da secoli vengono usati per il sostegno dei filari di viti. Uno dei primi focolai d’infestazione del cinipide gallieno è stato scoperto nel 2010 sul Vendevolo.
Da allora l’infestazione si è propagata a macchia d’olio su buona parte del territorio collinare, andando a colpire anche i “maronari” secolari del Venda. Nei boschi di castagno della zona di Torreglia e di Villa di Teolo ha trovato una larga diffusione. Fortuna ha voluto che negli ultimi anni, proprio in queste aree, sia stato messo in atto un intervenuto di taglio boschivo che non veniva fatto da oltre mezzo secolo, che ha permesso alle ceppaie di rinforzarsi.

Le iniziative per il controllo dell’insetto incontrano diverse difficoltà anche perché le aree da trattare sono molto ampie e bisognerebbe intervenire su vasta scala con mezzi aerei che sono un serio pericolo per l’ambiente. Studi fatti non solo in Italia, dove l’imenottero è arrivato dalla Cina attraverso l’importazione di legname, hanno evidenziato che i trattamenti insetticidi oltre a costituire un pericolo di carattere ambientale, sono di scarsa efficacia.
Solo un’attenta sorveglianza dei castagneti fra maggio e giugno, con l’individuazione della galle e l’asportazione con mezzi meccanici prima dello sfarfallamento delle femmine, permette di dare qualche risultato.
La cimice dell’olmo. Le aree del Parco Colli dov’è presente questo insetto sono piuttosto limitate. Una di queste è quella intorno al viale di olmi secolari di via Venda. La strada che da Castelnuovo sale all’ex base militare dell’Aeronautica.

È un insetto innocuo per le persone ma sicuramente molesto visto che entra nelle case, si infila negli anfratti, nei cassonetti delle finestre e perfino nei materassi dei letti, scatenando l’insofferenza degli abitanti per la puzza. L’invasione della cimice, che compie una sola generazione l’anno, inizia con i primi caldi.
D’inverno gli adulti trovano rifugio, oltre che negli anfratti delle case, nelle fessure della corteccia degli olmi e nelle cataste di legname. In primavera gli adulti lasciano i ricoveri e si accoppiano con le femmine che a piccoli gruppi depongono le uova sugli olmi.
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