Le vignette di Vidris sull’esodo

Appendice al “Giorno del ricordo” da oggi alle Scuderie di Palazzo Moroni con la mostra “Gigi Vidris - Un artista istriano da ricordare”. Inaugurazione alle 11. In mostra 30 vignette satiriche disegnate tra il 1945 e il 1947 da Vidris per l’allora settimanale “El Spin”. Raccontano in modo singolare le vicende dell’esodo giuliano.
Vidris, nato a Pola nel 1897, viene “indagato” nella sua multiforme attività. Autodidatta, l’artista è lo spirito arguto dell’esodo da Pola del febbraio 1947. Egli incarna, con le vignette per El spin (1945-47), la tragedia vissuta dalla città istriana da cui, dopo l’annessione alla Jugoslavia, partì oltre il 90% della popolazione italiana. Già terrorizzata dagli infoibamenti e dalla strage di Vergarolla.
Gigi Vidris passò da flessuose linee liberty che rieccheggiano il triestino Wostry, a uno stile nuovo con un tratto spatolato e una compattezza di figura che, partendo forse da una influenza cubo-futurista, incarna un novecentismo squisitamente personale. Con l'attività di vignettista per Candido oltre a portare il dramma dell'esodo all'attenzione dell’Italia, egli ebbe la consacrazione come artista. La mostra, promossa da Comune, Angdv, Famiglia Dignanese e Libero Comune di Pola in esilio, rimarrà aperta fino al 6 marzo (ore 9,30-12,30 e 14-18).
Italia Giacca, presidente dell’Angdv di Padova che oggi alle 18 sarà a Este, in Biblioteca (Villa Dolfin Boldù) per parlare di “Foibe ed Esodo giuliano dalmata: storia di donne”, sottolinea il valore della mostra che documenta lo sradicamento dei giuliano dalmati, a cui sono state recise le radici ma non è stata rubata l’anima. Anima di cui le pietre romane e veneziane delle città istriane parleranno per sempre. (re.mal.)
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