Lega nella bufera, Renzo Bossi si dimette da consigliere regionale

Il figlio di Umberto, da lui soprannominato «Trota», lascia il posto da consigliere regionale: «Sono sereno e ho fiducia nella magistratura»
20100122 - ROMA - POL REGIONALI: LOMBARDIA; QUASI CERTA CANDIDATURA RENZO BOSSI. Il leader della Lega Nord e ministro per le Riforme Umberto Bossi parla con il figlio secondogenito Renzo in un'immagine d'archivio del 14 giugno 2009 sul palco di Pontida durante una manifestazione. ANSA / DANIEL DAL ZENNARO / PAL
20100122 - ROMA - POL REGIONALI: LOMBARDIA; QUASI CERTA CANDIDATURA RENZO BOSSI. Il leader della Lega Nord e ministro per le Riforme Umberto Bossi parla con il figlio secondogenito Renzo in un'immagine d'archivio del 14 giugno 2009 sul palco di Pontida durante una manifestazione. ANSA / DANIEL DAL ZENNARO / PAL

MILANO. Renzo Bossi si dimette dalla carica di consigliere regionale della Lombardia. Lo ha affermato lo stesso figlio del leader della Lega Nord in un'intervista al Tgcom24 che sarà trasmessa alle 14,30. «Senza che nessuno me l'abbia chiesto faccio un passo indietro in questo momento di difficoltà, do l'esempio - ha spiegato - Sono sereno e ho fiducia nella magistratura anche se non sono indagato. E' giusto e opportuno farsi da parte, sono sereno e so benissimo cosa ho fatto».

In mattinata era esplosa la polemica per le dichiarazioni, anticipate dal settimanale «Oggi» di Alessandro Marmello, autista e bodyguard di Renzo Bossi: «Non ce la faccio più, non voglio continuare a passare soldi al figlio di Umberto Bossi in questo modo: è denaro contante che ritiro dalle casse della Lega a mio nome, sotto la mia responsabilità. Lui incassa e non fa una piega, se lo mette in tasca come fosse la cosa più naturale del mondo. Adesso basta, sono una persona onesta, a questo gioco non ci voglio più stare».Marmello ha lavorato come autista di Renzo Bossi per tre mesi nel 2009.

Il contratto a progetto era emesso dal Gruppo Lega Nord Padania Camera dei deputati e intestato all'allora capogruppo Roberto Cota. Dall'aprile 2011 Marmello è stato assunto dalla Lega, racconta, con un contratto a tempo indeterminato emesso direttamente dalla Lega Nord Padania. E firmato dal tesoriere Francesco Belsito. «Da quel momento avrei avuto disponibilità di denaro contante per le spese relative al mio servizio. Ogni volta che avevo bisogno di soldi per fare benzina, oppure pagare eventuali spese per la manutenzione dell'auto, ma anche per pagare il ristorante quando ci trovavamo, spesso, fuori Milano, potevo andare direttamente all'ufficio cassa alla sede della Lega, in via Bellerio, firmare un documento che non prevedeva giustificazioni particolari e ritirare ogni volta un massimo di 1.000 euro. Anche più volte al mese».

«Il fatto è - spiega - che questo denaro mi veniva dato come corrispettivo degli scontrini e delle ricevute che presentavo. E tra queste ricevute molte mi erano state date da Renzo per coprire sue spese personali: poteva essere la farmacia, ristoranti, la benzina per la sua auto, spese varie, cose così. Insomma, quando avevo finito la scorta di denaro andavo in cassa, firmavo e ritiravo. La situazione stava diventando preoccupante e ho cominciato a chiedermi se davvero potevo usare il denaro della Lega per le spese personali di Renzo Bossi. L'ho fatto presente a Belsito, spiegandogli che avevo pensato addirittura di dimettermi. Lui non mi ha dato nessuna spiegazione chiara. Ho cominciato ad avere paura di poter essere coinvolto in conti e in faccende che non mi riguardavano, addirittura di sperpero di denaro pubblico, dal momento che i soldi che prelevavo erano quelli che ritengo fossero ufficialmente destinati al partito per fare politica. Soldi pubblici. Certamente, almeno credo, non spendibili per accontentare le spese personali di Renzo Bossi».

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