Legnaro, l'eredità e il sacerdote: «Mi impegno a riparare agli errori fatti»

Letta domenica durante la messa dal sostituto parroco una lettera di giustificazioni di don Lucio rivolta ai suoi ex parrocchiani

LEGNARO. «Riconosco di aver agito incautamente nell’utilizzare parte di quel denaro per assolvere ad alcune necessità urgenti della parrocchia e – in parte ridotta – per ragioni personali. Ritenevo di poterlo utilizzare temporaneamente e rifonderlo man mano». Don Lucio Sinigaglia prova a giustificarsi. Lo fa attraverso una lettera (stampata in più copie) letta ieri durante le funzioni religiose della mattina da don Renato Marangoni, il vicario mandato dal vescovo Claudio Cipolla a celebrare le messe e a seguire la comunità legnarese da qui a data da destinarsi.

Eredità Focherini, il parroco si dimette
I carabinieri davanti alla canonica di don Lucio

Poche righe nelle quali don Lucio si rivolge direttamente ai suoi ex parrocchiani dicendosi dispiaciuto «per l’amarezza che in questo momento potete provare e per il disagio che tutta questa situazione sta creando». «Desidero» dice il sacerdote, indagato per appropriazione indebita aggravata «che sia fatta piena luce sui fatti e mi impegno a riparare agli errori che saranno accertati». E per questo si dichiara a disposizione delle autorità giudiziarie.

Sì, perché il parroco, a Legnaro dall’autunno dello scorso anno, quei 250 mila euro, in qualche modo, li dovrà restituire. Soldi prelevati dal conto corrente ereditato dal farmacista Franco Focherini, ottantenne morto nel dicembre 2014 che ha lasciato alla Caritas parrocchiale tutto il suo patrimonio: oltre 14 milioni di euro tra immobili, titoli, contanti e i risparmi di una vita da destinare ai poveri della parrocchia. Soldi, invece, usati dal parroco per l’acquisto di una moto (una Bmw 1200 GS che il prete usava per sé), una Renault Clio (regalata a un amico sacerdote) e per l’operazione alla gamba della mamma. E ancora, cene in lussuosi ristoranti, vacanze in rinomate località turistiche e acquisti in negozi di articoli sportivi. Parte di questi soldi sarebbero stati usati anche per saldare alcuni conti rimasti aperti con le imprese edili che hanno lavorato per la ristrutturazione della (adesso lussuosa) canonica di piazza Giovanni XXIII. I parrocchiani non parlano con la stampa. «Mi no so gnente» ripetevano ieri i fedeli, allontanandosi in fretta dal sagrato della chiesa, probabilmente condizionati dalla presenza delle telecamere. Nessuna dichiarazione nemmeno dai collaboratori più vicini al sacerdote. Non un commento in più dal sostituto parroco. Solo durante la preghiera dei fedeli il consigliere comunale e medico di base del paese, Claudio Borsetto, dal pulpito ha invitato i fedeli a pregare: «Capita anche a un buon cristiano di smarrire la strada. Capita. E per questo preghiamo perché possa ritrovare la pace con sé stesso e con il Signore».

Ieri a Legnaro si è tenuta anche una raccolta di generi alimentari per la Caritas. Nonostante l’accaduto, nonostante ai più poveri fosse stata destinata un’eredità milionaria, i legnaresi non hanno fatto mancare la loro solidarietà: in decine hanno consegnato alla parrocchia beni di prima necessità da distribuire, stavolta, a chi ne ha più bisogno.

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