Leonardo e la battaglia scomparsa: emerge un indizio

A Palazzo Vecchio a Firenze un’intercapedine sconosciuta e tracce di colori: l’affresco di Anghiari “salvato” dal Vasari?
Clamorosa scoperta nella 'caccia' alla Battaglia di Anghiari, capolavoro perduto di Leonardo: un campione di colore nero trovato dietro un affresco del Vasari a Firenze ha composizione chimica compatibile con il nero usato nella Gioconda e nel S.Giovanni Battista al Louvre. Lo rende noto il direttore della ricerca Maurizio Seracini. Firenze, 12 marzo 2012. ANSA/NATIONAL GEOGRAPHIC ++ HO EDITORIAL USE ONLY **
Clamorosa scoperta nella 'caccia' alla Battaglia di Anghiari, capolavoro perduto di Leonardo: un campione di colore nero trovato dietro un affresco del Vasari a Firenze ha composizione chimica compatibile con il nero usato nella Gioconda e nel S.Giovanni Battista al Louvre. Lo rende noto il direttore della ricerca Maurizio Seracini. Firenze, 12 marzo 2012. ANSA/NATIONAL GEOGRAPHIC ++ HO EDITORIAL USE ONLY **

FIRENZE. Tracce di colori - anche un nero chimicamente simile a quello della Gioconda - e una cavità nel muro che ha preservato l’affresco per secoli: ecco quali sono le scoperte che oggi fanno dire a Firenze che la Battaglia di Anghiari potrebbe esistere davvero dietro la parete est del Salone de’ 500 di Palazzo Vecchio. Sono prove, risultati, che emergono per la prima volta dopo l’ultima fase di studi, la più tecnologicamente avanzata, condotta da Maurizio Seracini, l’ingegnere fiorentino che da 37 anni sta dando la “caccia” al capolavoro perduto del genio di Vinci e del Rinascimento. Dentro la parete, dunque, sono stati trovati frammenti di colori. Tracce di nero, rosso e beige. Sembra davvero pittura, per gli esperti. Colori visti, ed in parte analizzati in laboratorio, dove la scoperta più clamorosa l’ha data il campione di colore nero: il team di Seracini dice che la sua composizione chimica è molto compatibile con il pigmento nero usato per le velature brune della Gioconda e del San Giovanni Battista di Leonardo esposti al museo del Louvre. Non solo: è un pigmento formato da manganese (molto) e ferro (meno) in un rapporto fra le due componenti chimiche che è parecchio simile al colore usato proprio da Leonardo. Anche gli altri colori stimolano la curiosità scientifico-artistica degli esperti: sono stati trovati frammenti di materiale rosso, associabili a lacca. Inoltre le immagini ottenute con la microcamera di una sonda endoscopica di 4-5 millimetri di diametro mostrano uno strato bianco-beige, lattiginoso: per i ricercatori può esser stato messo solo con un pennello. «Anche se siamo ancora alle fasi preliminari della ricerca e anche se c’è ancora molto lavoro da fare per poter risolvere il mistero - commenta Seracini -, le prove dimostrano che stiamo cercando nel posto giusto. Sono dati incoraggianti». Ottimismo giustificato da un’altra conferma: per anni le indagini radar di Seracini davano l’anomala esistenza di una cavità, di un vuoto nella parete est. E solo lì, in tutto il Salone dei Cinquecento. Ma finora non era stato dimostrato in concreto.

Ora invece l’esito degli esami endoscopici di fine 2011 conferma - con tanto di immagini - la presenza di un’intercapedine. Proprio come se Vasari - che fu pittore ed architetto, e fu incaricato di ristrutturare Palazzo Vecchio e la Sala del Gran Consiglio (o Salone dè 500) - avesse voluto davvero “salvare” il lavoro di Leonardo erigendo una parete di fronte proprio all’affresco della Battaglia di Anghiari considerata dai coevi come la più maestosa del Rinascimento. Ma c’è altro. Dalle immagini della sonda si vede che il muro retrostante è senza “pietre a vista”: una stranezza per un muro qualsiasi, ma un indizio idoneo a dire che lì dietro c’è l’intonaco su cui Leonardo aveva dipinto la sua Battaglia. Il team di Seracini ha operato con il supporto e la collaborazione di National Geographic, Università di San Diego e Comune di Firenze, ed è stato affiancato nelle operazioni dalla Soprintendenza al Polo Museale fiorentino e dall’Opificio delle Pietre Dure dopo il via libera del ministero per i Beni Culturali. La sonda endoscopica è stata immessa in sei fori praticati nell’affresco di Vasari visibile, oggi anche se Seracini aveva chiesto di esplorare la parete est in 14 punti. Dice Seracini: «Abbiamo appena sondato un quarto dell’area che ci interessa. Ecco perchè i risultati che abbiamo ottenuto sono particolarmente incoraggianti». E ora? Il sindaco di Firenze Matteo Renzi non ha dubbi: «L’indagine deve andare avanti per risolvere un mistero che dura da cinque secoli».

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