Liberalizzazione degli orari: a Padova negozi aperti una domenica al mese

Il Comune convoca un tavolo con le associazioni per decidere come gestire le liberalizzazioni. L’assessore Dalla Vecchia: «Scadenza fissa per venire incontro a i consumatori»
CARRAI - INTERVISTE IN CENTRO. CARRAI - INTERVISTE IN CENTRO.
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PADOVA. Le prime due giornate di apertura domenicale e festiva in deroga si sono già svolte venerdì 6 gennaio, festa dell’Epifania, e domenica 8 in concomitanza con l’avvio dei saldi. Il calendario delle ulteriori aperture, concordate il 27 ottobre 2011 dall’amministrazione comunale con le organizzazioni dei settori turismo e commercio e con i rappresentanti dei lavoratori, dei consumatori e con l’Azienda di Promozione Turistica, prevede nuove aperture domenicali il primo aprile (la domenica delle Palme), il 6 e il 13 maggio, l’8 luglio, il 14 e il 21 ottobre, il 18 e il 25 novembre, oltre alle domeniche di dicembre (il 2, il 9, il 16, il 23 e il 30).

Ma la legge regionale 30 del 27 dicembre 2011, che pur mitiga la liberalizzazione «piena» degli orari di apertura dei negozi (24 ore su 24, 365 giorni l’anno), introdotta dal governo Monti, stabilisce che, oltre a che a dicembre, «le attività di commercio al dettaglio derogano all’obbligo di chiusura domenicale e festiva in ulteriori sedici giornate nel corso dell’anno». Insomma, alla scaletta del Comune, ne mancano più o meno sei.

Ecco perché Marta Dalla Vecchia ha convocato per stamattina, alle ore 10, nella sala Gruppi di Palazzo Moroni, il presidente di Turismo Padova Terme Euganee, i rappresentanti di Adiconsum, Adoc, Adusbef, Unione Nazionale Consumatori, Movimento Consumatori, Federconsumatori, Lega Consumatori, La Casa del Consumatore. E ancora i presidenti dell’Appe, dell’Ascom, della Confesercenti, della Cna, dell’Upa, di Federterziario Claai. All’incontro in municipio sono stati ancora invitati gli esponenti di Cgil, Cisl e Uil e i segretari provinciali di Filcams, Fisacat e Tucs.

«Al tavolo – anticipa l’assessore Dalla Vecchia – verranno formulate le proposte relative alle nuove aperture festive in deroga, che dovranno essere recepite in nuova ordinanza. Per venire incontro ai consumatori si potrebbe, ad esempio, stabilire una periodicità che faciliti la vita ai cittadini nel ricordare le aperture festive. Ad esempio, fissando, per lo shopping, la prima o la seconda domenica del mese. Certo – aggiunge l’assessore – mi rendo conto che tenere aperto il negozio la prima domenica di agosto non entusiasma praticamente nessuno, mentre le domeniche di aprile e di maggio suscitano maggiore interesse». Ma, eccezion fatta per il periodo del solleone, una soluzione potrebbe essere trovata.

Messo di fronte al dettato della manovra «lacrime e sangue» di dicembre, Palazzo Moroni ha sposato convintamente la linea della Regione che ha collocato l’orario di apertura all’interno della fascia 7-22. «Di fatto però – ricorda l’assessore Dalla Vecchia – è stata eliminato l’obbligo di chiusura infrasettimanale che, di regola, i negozi di alimentari e i supermercati osservano il mercoledì e gli altri esercizi commerciali il lunedì mattina».

In carico agli esercenti resta ovviamente l’obbligo di rendere noto al pubblico, mediante cartelli o atri mezzi d’informazione, l’effettivo orario di chiusura e di apertura oltrechè il periodo scelto per le ferie.

Nell’ordinanza di fine dicembre, che fissa le aperture festive in deroga, si sottolinea, inoltre che «il 13 giugno (giorno della festa di Sant’Antonio, che quest’anno cade di mercoledì, ndr) non viene considerata giornata festiva ai fini dell’obbligo di chiusura degli esercizi commerciali».

Va ricordato che la manovra Berlusconi di Ferragosto 2011 ha abolito la festa del Patrono, mentre ha fatto dietrofront per le feste della Liberazione (25 aprile), del Lavoro (1° maggio) e della Repubblica (2 giugno).

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