L’Impressionismo russo fa bella mostra a Venezia

A Palazzo Franchetti l’anteprima dei capolavori del futuro nuovo Museo di Mosca “A occhi spalancati” raccoglie una selezione di opere del collezionista Boris Minst
Di Silva Menetto

di Silva Menetto

L’impressionismo non è solo quel movimento artistico della seconda metà dell’Ottocento che tutti amiamo e che ha rivoluzionato il modo di percepire la luce e il paesaggio. È anche una “maniera” di dipingere che in Russia continua ad essere presente anche in artisti contemporanei. Abituati da sempre a nutrirsi culturalmente degli spunti che arrivavano dall’Europa, i primi pittori russi che accolsero la rivoluzione avviata dagli impressionisti francese lo fecero lasciandosi coinvolgere direttamente nella sperimentazione. Col tempo però la rielaborazione creativa di questa tecnica pittorica ha prodotto in Russia e in Urss risultati del tutto autonomi, tanto che la maggior parte dei pittori russi moderni ha attraversato questa fase pittorica, da Malevich a Kandinsky, da insospettabili maestri del Realismo socialista come Aleksandr Gerasimov fino ad artisti contemporanei come Valery Košljakov. Le testimonianze di questo “impressionismo prolungato” verranno esposte a breve al pubblico, raccolte in un nuovo grande museo che aprirà i battenti a Mosca in autunno. Ma una selezione di 50 capolavori del futuro Museo dell’Impressionismo Russo è eccezionalmente ospitata fino al 12 aprile a Venezia, a Palazzo Franchetti. Il pubblico veneziano potrà così ammirare in anteprima assoluta (unica tappa estera) i più bei quadri raccolti in oltre un decennio dal finanziere e appassionato collezionista Boris Minst, che si è fatto carico anche del recupero della vasta ex-area industriale moscovita in cui il Museo dell’Impressionismo Russo sorgerà. L’obiettivo è quello di far conoscere in Russia e all’estero questa rilevantissima tendenza dell’arte russa, ancora poco nota. Progettato dallo studio inglese John McAslan + Partners, il nuovo Museo dell’Impressionismo Russo di Mosca avrà una sezione permanente con un’ottantina di opere provenienti dalla collezione privata di Boris Minst, altre due sezioni dedicate alle esposizioni temporanee, un grande spazio per presentazioni multimediali e attività educational, il tutto realizzato secondo gli standard internazionali di conservazione.

L’anticipo che offre la mostra a Palazzo Franchetti, dal titolo “A occhi spalancati”, non segue un rigido percorso cronologico ma piuttosto tematico, tra paesaggi urbani ed extraurbani, interni e figure, affiancando ai dipinti ottocenteschi di Konstantin Korovin, il più famoso impressionista russo, opere recenti di pittori contemporanei che hanno idealmente raccolto la sua eredità. Ne esce uno spaccato della “maniera impressionista” russa che ci obbliga a fare i debiti distinguo col movimento impressionista francese, laddove la percezione della luce e la gamma dei colori è assai differente. Quello che resta, come costante, è la spinta a percepire l’attimo come unità di misura, coniugando impressioni e sensazioni. La rassegna veneziana è curata da Yulia Petrova, direttore del Museo dell’Impressionismo Russo, e da Silvia Burini e Giuseppe Barbieri, responsabili del Centro Studi sulle Arti della Russia (CSAR) dell’Università di Ca’ Foscari.

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