Lo stilista Gai Mattiolo rischia il processo a Padova

Frode in commercio: dopo aver venduto il marchio, avrebbe continuato a vendere le “sue” borse
20081205 - ROMA - CLJ - GAI MATTIOLO ARRESTATO PER BANCAROTTA FRAUDOLENTA; Lo stilista Gaetano (Gai) Mattiolo da stamani è agli arresti domiciliari con l'accusa di bancarotta fraudolenta, insieme al suo consulente l'avvocato Giancarlo Tabegna . Nella foto, risalente alla presentazione della collezione 98/98, Mattioli è affiancato da due modelle d'eccezione, Naomi Campbell ed Eva Herzigova. Secondo gli investigatori, lo stilista e l'avvocato Tabegna ''hanno concertato e realizzato diversi atti gestionali, formalmente corretti, con il fine fraudolento di sottrarre dalle casse aziendali della Gai Mattiolo spa'', sublicenziataria della griffe, ''i proventi derivanti dallo sfruttamento del marchio prima dell' ammissione della societa' alla procedura di concordato preventivo''. Le indagini della guardia di finanza sono ancora in corso. ANSA/GIUSEPPE FARINACCI/I51. ....
20081205 - ROMA - CLJ - GAI MATTIOLO ARRESTATO PER BANCAROTTA FRAUDOLENTA; Lo stilista Gaetano (Gai) Mattiolo da stamani è agli arresti domiciliari con l'accusa di bancarotta fraudolenta, insieme al suo consulente l'avvocato Giancarlo Tabegna . Nella foto, risalente alla presentazione della collezione 98/98, Mattioli è affiancato da due modelle d'eccezione, Naomi Campbell ed Eva Herzigova. Secondo gli investigatori, lo stilista e l'avvocato Tabegna ''hanno concertato e realizzato diversi atti gestionali, formalmente corretti, con il fine fraudolento di sottrarre dalle casse aziendali della Gai Mattiolo spa'', sublicenziataria della griffe, ''i proventi derivanti dallo sfruttamento del marchio prima dell' ammissione della societa' alla procedura di concordato preventivo''. Le indagini della guardia di finanza sono ancora in corso. ANSA/GIUSEPPE FARINACCI/I51. ....

PADOVA. Rischia il processo lo stilista romano famoso in tutto il mondo Gai Mattiolo, all’anagrafe Gaetano Mattiolo, 47 anni, che ha vestito dive e star non solo italiane, tra loro Raffaella Carrà, Ivana Trump e Sharon Stone. Il pubblico ministero padovano Sergio Dini ha chiuso formalmente l’inchiesta a suo carico per il reato di vendita di prodotti con segni mendaci, atto preliminare alla richiesta di rinvio a giudizio. Mattiolo non è finito nei guai da solo. Coimputati per concorso continuato nello stesso reato, risultano Gino Valentini, 54 anni, originario di Napoli con residenza nella Repubblica di San Marino, titolare della ditta Italian Fashion spa, e la cinese Suie Zhu, 22enne con residenza a Sesto Fiorentino titolare della Suie Valentini srl, azienda leader nella produzione di articoli in pelle.

L’inchiesta prende origine da una denuncia presentata il 12 maggio 2012 dalla ditta Charme Bag di Padova, tutelata dall’avvocato Pietro Someda. Nel 2004 Charme Bag aveva acquistato due linee di pelletteria, Gai Mattiolo e Gai Mattiolo Jeans, per una cifra di circa tre milioni e 300 mila euro. Otto anni più tardi i titolari dell’azienda padovana, che vendono le creazioni dello stilista online e nei negozi, scoprono come il mercato in rete offra prodotti (in particolare articoli di pelletteria e di abbigliamento), con etichette e logo “React designed by Gai Mattiolo”. Eppure quel marchio era stato comprato e pagato profumatamente da Charme Bag: i conti non tornano, da qui la scelta di rivolgersi alla magistratura. La procura padovana svolge accertamenti affidati alla Guardia di Finanza e il 12 giugno 2012 dispone il sequestro di un notevole quantitativo di borse griffate Gai Mattiolo che si trovano nel magazzino toscano di Suie Zhu.

La difesa di Gai Mattiolo ricorre al tribunale del Riesame per azzerare il provvedimento. E ottiene ragione, ma per poco. Nel febbraio 2013 la Cassazione conferma il sequestro che, a luglio, viene replicato per altri prodotti stavolta custoditi in alcuni magazzini di Nola, in provincia di Napoli. Mattiolo, finito in altri guai giudiziari nel 2008 per una bancarotta milionaria contestata dalla procura di Roma, si è sempre difeso spiegando che il marchio per la licenza pelletterie era di proprietà di Mattiolo Couture, impresa da cui sarebbe stato venduto: «Il signor Mattiolo non si è mai permesso di produrre né vendere borse, ma ha solo disegnato delle borse per la società React che, poi, ha associato al proprio marchio il nome di Gai Mattiolo come persona che aveva pensato e disegnato quella foggia di borse» aveva precisato la difesa.

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