Lo strazio e la forza della famiglia di Gioele: «Nessuno è colpevole della sua morte»

Padova. I genitori del ragazzo morto a 22 anni hanno chiesto di rassicurare l’amico che guidava la moto. Fascicolo in Procura, senza indagati

PADOVA. Non colpevolizzano nessuno, né il conducente dell’automobile contro la quale si è schiantata la moto con in sella loro figlio, né il migliore amico di Gioele, alla guida della Husqvarna 600 che ha terminato per sempre la sua corsa sabato sera in via Montà. I genitori del ventiduenne Gioele Brasiliani, che ha perso la vita in seguito al terribile incidente di un paio di giorni fa, sono molto credenti.

BELLOTTO - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - MORTALE VIA MONTA'
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La fede

«Loro dicono che è stata la volontà del Signore e che questa è una pena che porterà comunque dei benefici» spiega Tobia, 24 anni, il fratello maggiore. Domenica la casa della famiglia Brasiliani, in via Morandini, si è riempita di quanti hanno voluto portare il loro affetto e la loro vicinanza in un momento così drammatico. «Saranno venute una cinquantina di persone. Molti amici miei, di nostra sorella Aura, tanti amici di Gioele ma soprattutto diversi amici dei miei genitori, alcuni preti e persone molto religiose. Loro fanno parte della comunità cristiana cattolica San Giovanni Battista e mio padre in particolare è molto attivo al suo interno». Due genitori che stanno mostrando una forza d’animo e una compostezza incredibile, probabilmente dettata dalla profonda fede. «Li ho visti solo la sera dell’incidente distrutti dal dolore. Ieri a casa nostra tutti piangevano, mia mamma era l’unica che non lo faceva e che anzi andava a consolare gli altri».

Nessuna colpa

Una famiglia dal cuore grande, che anche subito dopo un colpo così duro non ha serbato per un solo secondo rancore o rabbia nei confronti delle altre persone coinvolte nell’incidente. «Sono stati mamma e papà a dirmi di andare subito in ospedale a trovare l’amico di mio fratello che guidava la moto, che tra l’altro lavora anche con noi. Volevano che gli dicessi di stare tranquillo che non deve sentirsi in colpa. Ed è quello che penso anch’io. Noi tutti gli vogliamo bene e speriamo si rimetta presto». Il giovane è ancora ricoverato all’ospedale con una vertebra rotta, più di qualche abrasione e un occhio gonfio.

L’incidente

Le responsabilità per quanto riguarda lo scontro tra l’automobile, una Chrysler Voyager condotta da P. B. 63 anni, che usciva da un’abitazione privata e la moto dei due ragazzi, non sono state ancora accertate. La dinamica è al vaglio della polizia locale e dei periti tecnici incaricati dal pubblico ministero. In Procura è stato aperto un fascicolo al momento senza indagati.

Il dolore

Intanto la data del funerale di Gioele, che verrà celebrato nella chiesa di Montà, non è ancora stata stabilita, ma gli amici stanno già pensando a come ricordarlo. «Mi hanno detto che stanno preparando qualcosa» conferma Tobia, che confida di non rendersi ancora ben conto di ciò che è successo: «Ci sono momenti in cui non mi sembra vero e mi sento come se fossi stordito, altri momenti in cui divento più consapevole e scoppio in lacrime. Io e mio fratello eravamo molto legati, la mattina partivamo in automobile insieme, lavoravamo nello stesso ufficio e così il suo migliore amico che ora è in ospedale. Andavamo in palestra e a giocare a calcetto insieme, anche con nostro padre, durante la settimana eravamo praticamente inseparabili».

Vita spezzata

Gioele Brasiliani aveva frequentato il Belzoni, poi al secondo anno era passato al Valle, dove si era diplomato. Dopo il diploma è rimasto sei mesi in Irlanda per imparare l’inglese. Tornato a Padova era entrato nell’azienda di famiglia, dove poco dopo era arrivato anche il suo migliore amico. «Abitiamo a 100 metri di distanza. Erano amici da sempre». —

Alice Ferretti
 

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