L'onorevole Filippo Ascierto non vuole pagare 26 multe Ztl

PADOVA. Ventisei multe, parte per accessi indebiti alla zona a traffico limitato, parte per soste vietate: 26 contravvenzioni a cui il deputato Filippo Ascierto, ex carabiniere, coordinatore cittadino del Pdl, ha deciso di rispondere con altrettanti ricorsi alla prefettura. «Motivi istituzionali», questa la spiegazione presentata in tutte le pezze giustificative. Ma quello del parlamentare alla Camera non è un nome che passa inosservato. E non passa inosservato neppure l’alto numero di sanzioni collezionate nel giro di un anno e mezzo.
DUE AUTO IN USO. Filippo Ascierto, come lui stesso conferma, ha in uso solitamente due auto: la Mercedes Classe B intestata alla compagna e una Peugeot 406 presa a noleggio. Nel giro di un anno e mezzo è riuscito a racimolare ben 26 sanzioni, la maggior parte delle quali per il transito all’interno della zona a traffico limitato di Padova: ammende che variano dai 93 ai 96 euro (comprese le spese di notifica). Ma non è tutto, perché a completare il quadro c’è anche un buon numero di divieti di sosta, l’ultimo dei quali preso proprio martedì scorso davanti alla stazione ferroviaria.
RICORSI. Da qualche mese in prefettura è comparso il pacco di ricorsi presentati dal parlamentare del Pdl, all’interno del quale ci sono anche le multe prese con l’auto intestata alla compagna. In tutti i casi Ascierto ha dichiarato di essere stato lui stesso alla guida e di aver commesso le infrazioni per “motivi istituzionali”. L’iter prevede che il comando di polizia municipale trasmetta, entro 60 giorni, gli atti al prefetto. Il prefetto si pronuncia entro i successivi 120 giorni dalla data di ricezione del fascicolo: se il ricorso viene accolto il Prefetto emette una ordinanza motivata di archiviazione e provvede a trasmetterla al reparto contravvenzioni, il quale, a sua volta, ne dà comunicazione al ricorrente; se il ricorso non viene accolto il prefetto emette una ordinanza con la quale impone il pagamento di una somma pari a metà del massimo della sanzione prevista per legge (circa il doppio della sanzione originaria) più le spese di accertamento e di notifica. Il pagamento deve essere effettuato entro 30 giorni dalla notifica dell'ordinanza.
LA REPLICA. «Il ricorso è un diritto e io sono un cittadino come tutti, dove sta il problema?», è la replica di Filippo Ascierto. «L’auto della mia compagna ha un permesso per la zona a traffico limitato ma spesso capita che i varchi non riconoscano la targa e quindi ci arrivano le multe. Anch’io ho un’autorizzazione per la Ztl, ma avendo una vettura a noleggio, dovrei comunicare il mio ingresso nell’area circoscritta dalle telecamere ogni volta. E non sempre ci riesco. Io in centro ci vado per adempiere al mio ruolo istituzionale e non per fare shopping, dunque credo di avere pieno diritto a presentare i ricorsi». Ma cosa intende per “ruolo istituzionale”? «Incontri politici, conferenze stampa e manifestazioni si svolgono tutte nel cuore cittadino - risponde - Se si cominciasse a organizzare questi eventi a Salboro, alla Guizza o all’Arcella non ci sarebbero più problemi per nessuno. Anzi, voglio spingermi anche oltre: invito tutti i cittadini a fare ricorso e se qualche conoscente me lo chiede, io lo aiuto a presentare la documentazione per contestare le sanzioni». Addirittura? «Certo. Faccio un esempio: martedì scorso ho preso una multa per divieto di sosta. Avevo parcheggiato la mia auto davanti al boulevard della stazione e quando sono andato a riprenderla ho scoperto che era in panne e non andava più in moto. L’ho lasciata lì e sono stato sanzionato ma gli agenti hanno scritto “piazzale stazione”. Quella invece è “via della stazione”. Presenterò ricorso anche per quella. Ripeto: non vedo dove sia il problema».
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