Loreggia, litiga con la vicina e le avvelena tutte le piante

LOREGGIA. Nella lite fra vicini di casa ci hanno rimesso una sfilza di alberi, tutti morti stecchiti. Una pianta di noce, un fico, un frassino, un olmo, un glicine, un’edera, una vite e varie culture...
BELLUCO-FOTOPIRAN-CAMPOSAMPIERO-INTERVISTA PARROCO RUSTEGA DON MARCO SCATTOLON
BELLUCO-FOTOPIRAN-CAMPOSAMPIERO-INTERVISTA PARROCO RUSTEGA DON MARCO SCATTOLON

LOREGGIA. Nella lite fra vicini di casa ci hanno rimesso una sfilza di alberi, tutti morti stecchiti. Una pianta di noce, un fico, un frassino, un olmo, un glicine, un’edera, una vite e varie culture orticole. Per tutto questo si trova a processo per danneggiamento Paolo De Marchi, 65 anni di Loreggia, difeso dall’avvocato Regina Pierobon. Ieri il processo, davanti al giudice Daniele Marchiori (Vpo Federica Riente) è stato rinviato al 19 settembre prossimo con l’audizione del testi della difesa e la discussione. Tutto era partito da una denuncia sporta da una residente di Loreggia ai carabinieri della stazione di Piombino nel settembre del 2015: vive in un’abitazione con un giardino rigoglioso con molti alberi.

La donna racconta ai militari che dall’inizio di quell’anno, per via di una lite con il vicino di casa, proprio dovuta ai suoi alberi, i suoi rapporti con il confinante si erano deteriorati. Ma proprio nell’agosto di quell’anno, un suo conoscente le aveva riferito che il suo vicino di casa aveva comperato una punta da trapano da 10 millimetri, riferendo che con la stessa avrebbe dovuto eseguire dei fori nel tronco di alcuni alberi malati di una sua vicina di casa, ove iniettare dell’apposito medicinale. All’incirca un mese dopo la donna si è accorta che la fila di alberi posta al confine proprio con quel vicino, presentava alcuni fori sul tronco, in conseguenza dei quali gli alberi stavano morendo. Dall’accusa si ipotizza che De Marchi abbia inserito nei fori delle sostanze fitotossiche.

Nella denuncia vengono citate le piante prese di mira: tra questa un fico, un salice e due olmi. Inoltre, figura sempre a verbale, alcune piante da orto erano stranamente secche e quindi c’era il sospetto che fossero state danneggiate con del dissecante. Il danno arrecato sarebbe stato in totale di circa mille euro. Ovvio che per far ricrescere gli alberi morti serviranno anni e anni e questo non è ovviamente facilmente quantificabile. La donna all’atto della denuncia ha presentato una relazione dello studio “Aforest”, commissionato da lei e l’atto è finito nel fascicolo del pubblico ministero Francesco Tonon, dove viene fatta una stima dei danni alle piante, tutte presentavano un bel foro da trapano.

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