Atleta 19enne accusato di rapina e pestaggio a Loreggia
Il giovane padovano avrebbe aggredito con bastoni e manganelli un altro che si era presentato all’appuntamento concordato con lui, la sera del 21 giugno scorso, per acquistare un paio di scarpe Nike

Rischia il processo per concorso in rapina aggravata e per lesioni volontarie aggravate, in concorso con quattro minorenni, un 19enne di Padova accusato di aver aggredito con bastoni e manganelli un altro giovane che si era presentato all’appuntamento concordato con lui, la sera del 21 giugno scorso, per acquistare un paio di scarpe Nike: prezzo pattuito 120 euro, dopo la lettura di un annuncio in rete.
Il pubblico ministero padovano Benedetto Roberti ha chiuso l’inchiesta e si prepara a chiedere il processo per Elia Mangiaracina, che vive a Padova nel quartiere di Sant’Osvaldo con la famiglia, atleta di pallanuoto che aveva presentato domanda per l’ammissione a un Corpo delle forze dell’ordine proprio poco prima del gravissimo episodio per il quale è indagato (a difenderlo l’avvocato Marco Berto). Ora la difesa potrà chiedere che l’indagato sia interrogato oppure proporre memorie difensive. Se nulla sarà fatto o se i documenti presentati non convinceranno il pm, la procura andrà avanti con la richiesta di rinvio a giudizio.
Tutto nasce dalla denuncia presentata da un giovane di Loreggia che aveva letto in un sito online un annuncio: erano in vendita un paio di scarpe Nike modello Nocta. C’era anche un contatto telefonico. Così la vittima ha chiamato per avere altre informazioni e concordare il luogo dello scambio al prezzo di 120 euro come richiesto.
Tutto fila liscio, almeno all’apparenza. L’incontro è fissato alle ore 21 davanti alla chiesa di Loreggia, il paese dove vive l’acquirente. Quest’ultimo arriva puntuale. Ma, ad aspettarlo, non ci sarebbe stato solo Mangiaracina (almeno secondo l’ipotesi della procura) Accanto a lui, giunto al volante dell’auto di mamma, ci sarebbero stati anche i suoi “scagnozzi”, quattro ragazzini minorenni armati di manganelli e bastoni pronti a entrare in azione appena scesi dalla macchina di Mangiaracina. Ed ecco la ricostruzione.
La vittima si era avvicinata al veicolo dell’indagato ed era pronto a perfezionare l’acquisto. Quando il 19enne, con un cenno, avrebbe ordinato ai suoi “bravi” di aggredire il giovane. Una volta circondato da quella brigata di adolescenti, il ragazzo era stato subito scagliato a terra con forza. E giù manganellate e bastonate senza pietà tra urla e incitazioni. Poi, mentre il giovane terrorizzato stava immobile sul piazzale con le mani sul capo nel tentativo di proteggere almeno la testa, i ragazzini gli avrebbero strappato dalle sue mani le scarpe e i 120 euro del prezzo. Quindi la fuga.
Fortunatamente, appena rientrata a casa la vittima ha subito raccontato in famiglia l’accaduto. Del resto era stato ferito e i genitori lo avevano immediatamente accompagnato in pronto soccorso dove gli erano state riscontrate escoriazioni multiple e una ferita frontale alla parte destra guaribili in una decina di giorni. I carabinieri si sono messi al lavoro coordinati dal pm Roberti.
Sono state esaminate tutte le telecamere di videosorveglianza della zona ed è stata individuata l’auto impiegata per la brutale aggressione: risultava intestata a una signora di Padova con un figlio 19enne la cui fisionomia corrispondeva a uno dei partecipanti a quell’agguato.
I sospettati sono stati identificati e nelle loro abitazioni si sono svolte delle perquisizioni durante le quali sarebbero stati recuperati gli abiti utilizzati per la rapina, sempre in base a quanto accertato dalla procura. Tutti gli atti che riguardano i quattro minorenni sono stati trasmessi alla procura minorile di Venezia che sta procedendo. Quanto al maggiorenne, invece, la competenza è della procura ordinaria. E Mangiaracina rischia grosso perché i reati contestati – sempreché la responsabilità penale sia riconosciuta – prevedono sanzioni pesanti anche tenuto conto delle modalità in cui l’aggressione sarebbe avvenuta.
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