Lozzo, il nuovo dirigente scolastico fa piantare fiori nelle aiuole e forma insegnanti e genitori

LOZZO ATESTINO. I primi “provvedimenti” da dirigente scolastico? Fiori nelle aiuole, un murale con un maestro della street art, stop agli zaini, robotica per gli alunni (pure i più piccoli) e formazione per tutti, genitori compresi. Alfonso D’Ambrosio, 41 anni di Este, è il nuovo dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo di Lozzo Atestino, ente che comprende nove scuole – dall’infanzia alle medie – tra Lozzo, Cinto Euganeo e Vo’.
D’Ambrosio ha già conquistato più di qualcuno per il suo approccio originale, e d’altra parte non è la prima volta. Nel 2015 il dirigente, che fino all’anno scorso era insegnante di Matematica al liceo Cattaneo di Monselice, è stato tra i finalisti del prestigioso Global Junior Challenge, il concorso internazionale che premia l’uso innovativo delle tecnologie, e per questo è stato premiato in Campidoglio dal Presidente della Repubblica. I riconoscimenti, in questo campo, non si contano.
D’Ambrosio, che ha vissuto per anni a Lozzo, ha scelto questo istituto comprensivo nonostante potesse optare anche per qualche scuola superiore (e dunque con una retribuzione mensile maggiore di 300 euro): «L’ho fatto perché penso che la scuola debba avere buone fondamenta, e che la base migliore sia una comunità educante» spiega il dirigente «Sono legato a questo territorio e credo nell’importanza di formare gli alunni sin dai primi passi».
Formazione, appunto, è la parola chiave di D’Ambrosio: «Da anni svolgo l’attività di formatore, soprattutto nell’ambito delle nuove tecnologie e dell’utilizzo che queste possono avere nella didattica. Penso di essere il primo dirigente scolastico della zona che è contemporaneamente formatore, e che lo è per la scuola che dirige». Il 41enne, infatti, si dedicherà anima e corpo nella formazione di docenti e genitori: «Fornirò in comodato d’uso anche tutta la mia attrezzatura. Questo garantirà, tra le altre cose, un risparmio di 20 mila euro in tre anni all’istituto».
L’attenzione di D’Ambrosio è concentrata su sezioni originali della didattica come la robotica e il “tinkering”: «Per robotica intendo anche quella dedicata ai bambini che non sanno leggere né scrivere, quella educativa, quella fatta coi cubetti di legno e che vengono utilizzati per il cosiddetto “coding”, una programmazione di base. Il “tinkering” è invece un modo di sperimentare la scienza attraverso attività di costruzione che valorizzano la creatività, l’indagine e l’esplorazione, in particolare utilizzando materiali poveri».
D’Ambrosio intende portare avanti inoltre progetti come la “scuola senza zaino” – le aule sono già allestite in questo senso – o come la didattica con i tablet, che però necessita di un impegno formativo importante dei docenti. «Credo poi moltissimo nella cura dell’ambiente, intenso come luogo ma anche come persone. Ho chiesto già che nelle scuole siano piantumati dei fiori nelle aiuole, per rendere più accoglienti gli spazi scolastici, e ho chiesto ai miei docenti di realizzare dei valorigrammi, particolari grafici che analizzano i valori e i le competenze che ogni singola persona può mettere a disposizione della scuola. Entro fine anno realizzeremo a Cinto Euganeo un murale di 6 metri per 8, creato da un importante street artist padovano». Da oggi, a maggior ragione, c’è da rimboccarsi le maniche.
Nicola Cesaro
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