Luca Carboni in tour «Senza Titolo»

Tornerà a Padova il 18 dicembre per un concerto col quale vuole «toccare le corde del cuore»

di Erika Bollettin

PADOVA

Torna dopo 5 anni dall’ultimo album di inediti e da 28 anni di carriera Luca Carboni, il cantautore bolognese che da sempre sa miscelare nella sua produzione musicale in modo unico ed originale il ritmo lento ed intimo del pianoforte alle sonorità più elettriche.

Sette concerti studiati per essere realizzati in teatro, l’unica data in Veneto è il prossimo 18 dicembre al Gran Teatro Geox di Padova. Il «Senza Titolo Tour», prende il nome dall’album che si rifà alla seconda grande passione dell’artista, la pittura: «Il nome è lo stesso che molti pittori scelgono per le proprie opere, quando non vogliono contaminare l’essenza del loro lavoro. Lo stesso è stato per me» ha spiegato Carboni durante la presentazione della prima parte del tour, che inizierà il 7 dicembre con la tappa romana.

«Ho scelto di proporre i concerti in ambienti dove ci sia una dimensione acustica molto intima, dove sia naturale il passaggio dall’unplugged fatto da basso acustico, piano e percussioni a momenti esplosivi» ha spiegato l’artista, che in questa nuova avventura itinerante sarà accompagnato dai suoi «storici» compagni di palcoscenico: Antonello Giorgi alla batteria e cajon, Ignazio Orlando al basso, Mauro Patelli e Vincenzo Pastano alla chitarra con la new entry alle tastiere, suonate da Fulvio Ferrari.

«L’obiettivo di questo concerto è di toccare le corde del cuore – continua il cantautore bolognese – ho pensato ad un concerto caratterizzato dal gioco del piano e forte, che ha da sempre contraddistinto la mia musica. Le scenografie sono volutamente non tecnologiche, le proiezioni servono solo ad accompagnare i brani, aiutano a ricreare l’atmosfera tipica dell’unplugged, che solo un teatro o uno spazio con un’ottima acustica può contenere». L’anima vera del concerto saranno le note e le parole messe insieme da Carboni in quasi 30 anni di carriera, dove i nuovi brani si riallacceranno ai pezzi storici come «Intanto Dustin Hoffman non sbaglia un film», il pezzo che diede il titolo all’album che fece debuttare il cantante nel 1984 e vendere 30 mila copie, «Mare Mare», «Farfallina», «Ci vuole un fisico bestiale» piuttosto che «Sarà un uomo», seguendo dei filoni tematici che toccano i diversi argomenti sviscerati da Carboni in tutti i suoi undici album.

«Le mie canzoni parlano della fragilità dell’uomo, dei tanti stati d’animo e dei sentimenti che tutti viviamo nelle diverse fasi della vita, dall’adolescenza, agli amori difficili o ai quesiti che ci poniamo davanti ai tanti cambiamenti che affrontiamo» precisa l’artista.

Carboni non ha mai smesso di utilizzare il suo lato più introspettivo per regalare emozioni ai fans, cercando di condirlo con qualche pizzico d’ironia, tipico dello spirito bolognese che porta dentro e che nei brani di qualche anno fa come «Inno nazionale» piuttosto che «Ci vuole un fisico bestiale» si respira in ogni ritornello. Si potranno risentire anche «Primavera», uno dei successi dell’album «Persone silenziose» del 1989, uscito dopo il successo di «Luca Carboni» del 1987 che tra i singoli conteneva «Silvia lo sai» e «Farfallina», famosa per il grido «Ho bisogno d’affetto», che nonostante abbia registrato una vendita minore rispetto agli altri lavori è quello che ha segnato maggiormente la memoria dei fans.

Pochi sanno forse che Luca Carboni fondò a 14 anni, i Teobaldi Rock, lui vi faceva il chitarrista e l’autore. Un solo 45 giri. L’occasione arrivò con gli Stadio che notarono il testo di una sua canzone lasciato sul tavolino dell’Osteria Da Vito, luogo storico dei cantautori e dei musicisti bolognesi, Guccini vi era di casa.

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I biglietti per il concerto che Carboni il 18 dicembre terrà al Gran Teatro Geox sono già disponibili in prevendita a partire da 29 euro.

Info: www.granteatrogeox.com.

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