Maestra d'asilo rischia processo, i genitori dei bimbi criticano la dirigenza scolastica

BASSA PADOVANA. «Di tutta questa vicenda, quello che veramente ci fa più male è l’indifferenza della dirigenza scolastica: una maestra è accusata da un pubblico ministero di maltrattare i suoi alunni, e nessun provvedimento viene preso in due anni». C’è amarezza, più che rabbia, nella parole dei genitori di uno degli undici bambini che – secondo la magistratura rodigina – avrebbero subito vessazioni e maltrattamenti da parte di una maestra in una scuola dell’infanzia della Bassa padovana. La donna, una padovana di 50 anni, si dovrà presentare il 25 giugno in Tribunale a Rovigo davanti al gup: per lei il pm Sabrina Duò ha chiesto il rinvio a giudizio per il reato di maltrattamenti verso undici bambini, maschi e femmine.
IL FATTO Gli episodi contestati dalla pubblica accusa sarebbero avvenuti fino a dicembre 2017. Stando al capo d’imputazione formulato dal magistrato, la maestra si sarebbe macchiata di comportamenti decisamente discutibili nella sua attività di insegnante in una scuola materna pubblica. La 50enne avrebbe sferrato più di qualche schiaffo ai suoi piccoli alunni e avrebbe imposto punizioni molto forti come quella di bere l’acqua dal bidet o di lavarsi la bocca col sapone. Ad altri avrebbe fatto togliere forzatamente le scarpe o imposto di mangiare cibi freddi, magari in isolamento rispetto agli altri alunni. La maestra, secondo quanto ricostruito dal pm, voleva inoltre che i bimbi la chiamassero mamma. Spesso inoltre ricorreva una minaccia ai piccolini: «Se ti comporti male, i tuoi genitori muoiono». Il 25 giugno il gup deciderà se rinviare o meno a giudizio la maestra, che è tuttora impegnata nella stessa scuola.
LA DELUSIONE «Eppure il caso era ben noto, anche in paese» spiega uno dei genitori «Dopo la prima denuncia di una mamma ai carabinieri e dopo gli incontri in caserma e in Procura, la notizia è diventata di dominio pubblico. Non a caso, una quindicina di alunni sono stati trasferiti per volere delle famiglie». Un numero non banale, se considerato che l’asilo è frequentato da una cinquantina di bambini. «Non abbiamo mai chiesto un colloquio collettivo con maestra e dirigenza scolastica, ma all’atto del trasferimento abbiamo spiegato ovviamente il perché di quella scelta: non abbiamo ricevuto rassicurazioni né richieste di confronto da parte della dirigenza, che da quanto ci risulta non ha mosso un dito di fronte a questa situazione». La maestra, infatti, è ancora operativa in quell’asilo, forse per una sorta di garantismo che è comunque legittimo se si pensa che una richiesta di rinvio a giudizio è comunque ben lontana dall’essere una condanna. Il gup potrebbe anche decidere di non procedere con il processo e di archiviare il caso. A fronte di numerose famiglie che hanno scelto di spostare i loro figli, d’altro canto, ce ne sono molte altre che hanno dato fiducia alla maestra e alla scuola senza prendere alcun provvedimento. «Una presa di posizione della dirigenza era comunque auspicabile» continua il genitore «e non solo per tutela dei bambini: la stessa maestra avrebbe sicuramente lavorato con maggiore serenità lontana dalle pressioni che inevitabilmente si sono create».
IL SINDACO «Apprendo dell’inchiesta giudiziaria dal mattino di Padova» è il commento del sindaco del Comune in cui ha sede la scuola «Conoscevo la questione, ma solo parzialmente. Sapevo che alcune famiglie avevano deciso di rivolgersi a un’altra scuola, ma non pensavo che i termini della faccenda fossero questi». —
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