Maich Gabrieli e la sua banda vanno verso la resa dei conti

Padova
Quel 19 luglio 2005 era tra i banditi che assaltarono una gioielleria nel centro di Abano. Finì malissimo con la morte di un bandito e l’uccisione del titolare Gianfranco Piras. Al processo aveva cantato il nome di due complici-killer, condannati a 30 anni, guadagnandosi una pena ridotta (è uscito dal carcere il 15 luglio 2018 dopo aver scontato 15 anni e 4 mesi) e la fiducia di chi, forse, non è mai stato tirato in campo per quella rapina finita nel sangue.
Tant’è, da allora Maich Gabrieli, 43enne di origine sinti, non ha più cambiato mestiere. E dal luglio scorso è tornato in carcere (a Lecce, per la cronaca). Ma rischia di restarci per un po’. Il pm padovano Benedetto Roberti ha chiuso l’inchiesta che lo vede protagonista con Davide Gabrieli Massaroni come ideatore e regista di una banda specializzata nei colpi ai bancomat tra Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna con altre 14 persone tra compagne, figli e parenti (tutti di origine sinti) insieme a sodali “veneti” doc con fedina penale immacolata e un mestiere al di sopra di ogni sospetto.
Due anni fa decolla l’indagine coordinata dal pm Roberti e affidata ai carabinieri del Nucleo investigativo di Padova di fronte a una serie di colpi agli apparecchi Atm (comunemente noti come bancomat). La tecnica è sempre uguale. Dopo accurati sopralluoghi vengono scelte le filiali delle banche-bersaglio: di notte entra in azione il gruppo di fuoco che, munito di attrezzi, scardina le feritoie, inserisce le cosiddette “marmotte” (congegni esplosivi artigianali) e fa esplodere l’impianto. Fare il pieno dei soldi è un gioco da ragazzi prima della fuga senza lasciare traccia. Nessuno dei malviventi porta con sé un cellulare per evitare la localizzazione. Tra i colpi tentati o consumati, quelli al bancomat dell’Antonveneta di Sarmeola di Rubano il 18 novembre 2019, della Banca Popolare di Puglia a Vicenza il 16 dicembre dello stesso anno; ancora dell’Ufficio Postale di Padova in via Sacro Cuore il 17 aprile 2019. Il lavoro certosino degli inquirenti va avanti tra pedinamenti, intercettazioni telefoniche e ambientali. Si arriva a ricostruire l’organigramma dell’associazione criminale cui collaborano tra gli altri Jason Gabrieli Massaroni, custode delle auto per le operazioni, mentre il carrozziere Denis Zanon e il meccanico Beltramello provvedono a riparazioni o ritocchi per rendere non identificabili le vetture rubate e impiegate nelle azioni. I due, che hanno l’obbligo di presentazione nella caserma dei carabinieri, si sono difesi spiegando di essere stati minacciati. Tuttavia il tenore amichevole delle telefonate con gli uomini della banda hanno convinto gli investigatori del loro coinvolgimento anche nell’associazione a delinquere. Pure la coppia Patrizia Sabbadin e Eddi Salihovic di Castion di Loria era insospettabile: eppure dovranno rispondere di ricettazione perché in cambio di soldi avrebbero custodito in garage un’Audi rapinata dalla banda nel Ravennate (all’interno erano nascoste otto marmotte. Tra i reati contestati il trasferimento fraudolento di valori: Maich Gabrieli aveva intestato vari beni a compagna e parenti, mentre la figlia Sara Degli Innocenti risultava proprietaria della casa di Rosà in via Campagnola, pagata “in nero” con 23 mila euro in cartamoneta da 20 euro. E, per giunta, profumata. Casa e altri beni tutti sequestrati per oltre 116 mila euro.
Rischiano il processo oltre a Maich Gabrieli, 43enne, e la compagna Evelin Degli Innocenti, coetanea, entrambi con residenza a Rosà in via Molino, le figlie Sara, 24 anni e Cherolein, 18 di Padova; Davide Gabrieli Massaroni, 38 anni, di Rosà in via Vecchia, e la compagna Genna Agnoletto, 24; Jason Gabrieli Massaroni, 24enne di Rossano Veneto in via Aldo Moro; Suleima Massaroni, 39enne di Rosà in via Vecchia; Augusto Negroni, 62 anni di Fontaniva; Denis Zanon, 45 anni di Tezze sul Brenta; i coniugi trevigiani Patrizia Sabbadin, 43, e il marito Eddi Salihovich, 46 di Castione di Loria; Maurizio Beltramello, 58enne di Tezze sul Brenta in via Dei Bersaglieri 73; Franco Battistutti, 52enne di Trevignano in via Castello con la compagna Manuela Agnoletto, 60; Samuel Pavan, 49enne di Selvazzano in via Casa Comunale 1. —
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