Mamma e calciatore aggrediti «So chi è stato, faremo denuncia»

Luca Capuzzo dopo la rissa e la sospensione della partita a Bosaro: «È stato colpito anche mio padre» Il presidente dei rodigini: «Ho ricevuto un pugno alla nuca. Frattura del naso? Si è fatto male da solo»
Di Nicola Cesaro

ANGUILLARA VENETA. Alla fine all’ospedale è finito pure il papà Antonio. E ora a maggior ragione lui, mamma Michela e il bomber Luca Capuzzo, centrocampista dello Junior Anguillara, faranno tappa dai carabinieri di Bagnoli per denunciare chi li ha aggrediti. Un’aggressione avvenuta in quella che doveva essere una tranquilla domenica di sport. In campo Luca, vent’anni, era con la squadra nell’insidiosa trasferta di Bosaro. Le due squadre militano nel campionato dilettantistico di Seconda Categoria. Al 22’ del secondo tempo il calcio ha però lasciato spazio a ben altro tanto che l’arbitro Luca Sartori di Este ha sospeso il match. «Io ero in campo e ho solo raccolto la testimonianza dei miei familiari e dei miei compaesani, ovviamente fino a che non sono stato tirato in ballo anche fisicamente», spiega Capuzzo. «Sugli spalti alcuni avversari e un dirigente si sono messi a urlare contro di noi, con minacce. All’ennesima provocazione qualcuno dei nostri ha reagito».

Ne è nata una bagarre e dalle parole si è passati a spintoni e calci. Tre persone, in particolare, sarebbero ruzzolate giù dai gradoni dello stadio travolgendo Michela, mamma di Luca. «Mi sono avvicinato alla tribuna per capire cos’era successo a mia mamma», spiega il figlio, «e ho fatto in tempo a vedere un giocatore che da dietro la rete dava un calcio a mio padre Antonio, che era di spalle». Questo giocatore, espulso, ha intanto superato la rete per mettersi in tribuna, anche se il regolamento avrebbe previsto l’allontanamento dall’area di gioco. «Il tempo di avvicinarmi alla rete, anche per prendere le difese dei miei, e mi sono beccato un pugno in pieno volto da questo giocatore».

Un colpo talmente forte da fratturare il setto nasale del ragazzo, finito in ospedale a Rovigo con mamma e papà: «Io ho rimediato una settimana di prognosi, mia madre qualche giorno di riposo perché ancora zoppica, mio padre fortunatamente solo un ematoma alla nuca», continua l’atleta dell’Anguillara: «I miei genitori non mi seguono sempre allo stadio per via del lavoro. Mai avrei voluto che assistessero ad un episodio del genere e che fossero coinvolti. So chi mi ha colpito e chi ha istigato la rissa: non finirà qui, faremo denuncia ai carabinieri».

Carabinieri che sono intervenuti in campo a Bosaro e ai quali si sono rivolti i dirigenti del club rodigino raccontando un’altra storia: «I cori di minaccia sono partiti dai sostenitori dell’Anguillara», afferma Raimondo Cattozzo, presidente del Bosaro. «Loro erano almeno 6 e noi due: ad un cento punto mi hanno colpito con un pugno alla nuca e ho visto 6 giocatori avversari partire da metà campo fino alla rete degli spalti. Per quale motivo si sono spinti fino a lì? Sputavano e inveivano contro di noi. Secondo me quello che ha rimediato la frattura del naso è semplicemente scivolato e ha sbattuto la testa contro la rete. Siamo tranquilli: abbiamo consegnato foto e materiale visivo ai carabinieri. Per questa faccenda saranno loro a piangere».

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