Mammografia negata a 83 anni, l’Usl di Padova: «È fuori dalla fascia di rischio»
La paziente: «Alcune mie amiche hanno scoperto il tumore al seno alla mia età». Sbrogiò (Usl 6): «Le evidenze scientifiche indicano quando fare gli screening»

Prevenzione. Una parola che, a ragione, riecheggia sempre più frequentemente tra i muri degli ospedali. Proprio la prevenzione è stata negata però pochi giorni fa a una signora padovana che ha chiamato il Cup per prenotare uno screening mammografico.
Il motivo? Non rientra nella fascia d’età per cui è raccomandata una diagnosi precoce. A dettare le linee guida ministeriali sarebbero le «evidenze scientifiche». Da ormai molti anni, T. L. (queste le iniziali della signora) decide di fare una mammografia annuale, recandosi in una struttura privata in via Cadorna.
«Quest’anno, però ho avuto dei problemi in famiglia e così ho pensato di risparmiare – spiega la donna di 83 anni – ho chiesto quindi l’impegnativa al mio medico di base».
La chiamata al Cup
Al Cup le hanno comunicato che i posti erano esauriti e consigliato di chiamare il numero verde. «L’operatrice mi ha chiesto se avessi delle patologie o se fossi una paziente oncologica. Io ho risposto di no, e che volevo solo fare un controllo. Mi ha risposto che allora non era possibile prenotare perché non rientravo nella fascia d’età tra i 45 e i 74 anni per cui è raccomandato lo screening mammografico, né avevo specifiche problematiche che mi permettessero di usufruire del servizio anche fuori dal range d’età considerato».
Il programma di screening mammografico organizzato, offerto gratuitamente dal Servizio sanitario nazionale, infatti, è rivolto alle donne nella fascia di età tra i 50 e i 69 anni, poiché in questo intervallo l’efficacia dello screening in termini di prevenzione e diagnosi precoce è maggiore. Tuttavia, alcune regioni hanno esteso questo limite dai 45 ai 74 anni.
La posizione dell’Usl 6
È il caso del Veneto come ricorda il direttore del Dipartimento di Prevenzione Luca Sbrogiò: «In questo momento, l’estensione dello screening tra i 45 e i 74 anni, avviene per motivi di validità scientifica dei test messi a disposizione, cioè la mammografia fatta in due proiezioni, valutata da due radiologi esperti ed eventualmente mandata ad un terzo qualora ci sia una discordanza di valutazione tra il primo e secondo. Fuori da questa fascia d’età non è raccomandato perché, con le evidenze scientifiche che abbiamo oggi, non è né utile né efficace né efficiente. In particolare, il principale tema che viene posto all’attenzione è il timore del cosiddetto over treatment cioè che le caratteristiche del seno, in particolare per le giovani donne sotto i 45 anni, possano non essere idonee allo strumento dello screening che potrebbe dare delle interpretazioni non corrette, dando quindi più svantaggi che vantaggi».
Fuori da queste fasce d’età, dunque, la mammografia può essere effettuata, ma generalmente viene prescritta solo in caso di necessità clinica, fattori di rischio personali o su richiesta del medico curante.
«Non sono previste delle visite preventive prima e dopo quella fascia di età su modello screening», conclude Sbrogiò.
«Conosco alcune mie amiche che si sono ammalate e sono mancate per il tumore alla mammella anche dopo gli 80 anni – dice la donna – Parlano tanto di prevenzione ma poi se uno non ha la possibilità di pagarle, è costretto a rinunciare». —
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