Mamprin come gli ambientalisti «La cementeria deve chiudere»

Come il comitato ambientalista No Css, neppure il Comune di Monselice si fida ormai più di Buzzi Unicem e delle rassicurazioni che arrivano dalla cementeria. Succede dopo la nube biancastra fuoriuscita per ore domenica, con un picco nel primo pomeriggio, dal camino del cementificio. L’azienda non ha comunicato alcunché durante l’emergenza, solo nel tardo pomeriggio (e solo dopo essere stato contattato dal mattino di Padova) l’addetto stampa dell’azienda ha dichiarato che in seguito a un guasto ai filtri era fuoriuscita una nuvola di “farina”, la marna in polvere che in seguito alla cottura si trasforma poi in cemento. Materiale, ha detto, che non produce rischi per la salute.
«Voglio andare fino in fondo alla faccenda» dice l’assessore comunale all’Ambiente Gianni Mamprin «Loro dicono che è solo polvere, ma io non mi fido. In queste ore stiamo lavorando con il tecnico Alessandro Tasinato per redigere un’accurata lettera di risposta alle loro dichiarazioni, vogliamo vederci chiaro su cosa fosse contenuto in quella nuvola di “fumo”. Abbiamo immediatamente avvisato l’Arpav per chiedere controlli approfonditi. Sappiamo quali siano i problemi lavorativi che potrebbe causare la chiusura dell’azienda, ma un impianto di questo tipo è incompatibile con il progetto turistico che vogliamo attuare a Monselice. Ma soprattutto c’è una legge che parla chiaro: l’articolo 19 del Piano Ambientale del Parco Colli afferma che è un impianto incompatibile in un parco naturale. Se sarò eletto sindaco di Monselice» annuncia Mamprin «mi impegnerò attivamente per la chiusura definitiva di questo impianto insalubre, perché questo territorio non ha bisogno di una fabbrica che crea continuamente ansie e dubbi alla cittadinanza. Siamo dalla parte dei comitati nel sostenere l’incompatibilità di un cementificio, o meglio di un inceneritore, nel centro di Monselice».
«L’addetto stampa di Buzzi Unicem è a conoscenza delle materie utilizzate per produrre il cemento secondo il principio di “Economia Circolare” tanto caro al suo datore di lavoro?» sbotta l’ambientalista Francesco Miazzi «Capiamo l’imbarazzo nel cercare giustificazioni, ma abbiamo dovuto studiare il loro processo di produzione e ci permettiamo di entrare nel merito sul reale contenuto della farina destinata a produrre clinker, ricordando che, in base alle stesse relazioni della cementeria, questa farina non è costituita solo da marna, ovvero pietra macinata, ma è addizionata a sabbie rigenerate e altri prodotti provenienti da lavorazioni industriali e dallo smaltimento di rifiuti. Ci chiediamo cosa debba ancora succedere per smuovere l’inerzia della Provincia di Padova e degli enti di controllo. Si pensi solo che, anche dopo molti sopralluoghi, l’Arpav non ha mai eseguito una analisi sulla reale composizione del “Prodotto a base Marna” ed ancora una volta ci si deve basare sugli autocontrolli interni».
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