«Manca un terzo dei medici così Oculistica è penalizzata»

Personale insufficiente e carichi di lavoro in aumento: è questa la perversa combinazione che sta rendendo vita dura all’Unità di Oculistica dell’ospedale Madre Teresa di Schiavonia. Ma c’è anche di più a fare del reparto diretto da Giovani Lo Presti quello con il maggior numero di prestazioni in “galleggiamento”, ovvero in attesa di trovare collocazione in un’agenda appuntamenti dove non passa nemmeno uno spillo.
Di mezzo c’è ovviamente il caos causato dalla prima emergenza Covid quando gran parte delle attività ambulatoriali sono state sospese e rinviate. Una volta riavviata l’attività, molti utenti hanno richiesto una nuova prescrizione, di fatto duplicando quella precedente. Da qui la spiegazione di almeno una parte del numero così alto di galleggiamenti. A fare il punto è lo stesso primario: «Parto da una considerazione» esordisce Lo Presti, «la cataratta è l’intervento in assoluto più eseguito al mondo. Allora devo rilevare che ci troviamo di fronte a una errata programmazione a livello nazionale dal momento che abbiamo una grave penuria di medici oculisti perché le scuole di specializzazione ne sfornano pochi. Da questo deriva anche la carenza di oculisti sul territorio, cosicché in ospedale siamo costretti a far fronte anche una grande mole di attività di base».
Ma veniamo ai numeri. «Su 10 medici che dovremo avere qui fino a poco tempo fa eravamo a cinque, da qualche settimana siamo saliti a sette. Ma siamo sempre sotto di un terzo. È evidente che risolvere la questione galleggiamenti è difficile. I miei collaboratori» sottolinea Lo Presti, «fanno tantissimo, senza guardare l’orologio, stiamo dando il massimo». Il Covid ce l’ha messa tutta per complicare un quadro già difficile: «C’erano i galleggiamenti pre Covid» rileva il primario, «poi si sono aggiunte le prenotazioni dei quattro mesi di chiusura e quindi quelli che in quel periodo si sono prenotati. Abbiamo liste vecchie a cui si sono aggiunte liste nuove, con molte prestazioni sovrapposte. In più, ci sono le limitazioni determinate dalle norme di sicurezza Covid: se fino a febbraio facevamo una media di 3000 prestazioni al mese, oggi siamo a 2000. E così come è ridotta l’attività ambulatoriale è ridotta anche quella chirurgica».
Secondo i dati forniti dall’Usl 6 Euganea, i galleggiamenti per l’ospedale di Schiavonia sono complessivamente 4.544, di cui il 59% rappresentato da prestazioni di Oculistica. «Ci sono grosse difficoltà a reperire personale» ammette Lo Presti, «e i pochi specialisti che ci sono nel mercato si possono permettere il “lusso” di scegliere dove andare e un ospedale provinciale ha meno attrattiva rispetto a ospedali cittadini o il privato. Non resta che auspicare una qualche forma di riorganizzazione interna, come già successo in passato, collaborando fra reparti di ospedali diversi». Una strada ora che Schiavonia torna Covid Hospital, che in qualche modo sarà in effetti l’unica percorribile per assicurare un numero adeguato di prestazioni cercando di contenere le liste d’attesa. —
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