Un manifesto largo sei metri per ricordare l’ex comandante Moro

Arriva in via del Plebiscito a Padova a un anno dalla scomparsa dell’allora guida dei vigili di Cadoneghe. Il figlio: «Iniziativa della famiglia e degli amici». Rimarrà lì per quindici giorni

Nicola Cesaro
Il manifesto per ricordare il comandante Moro
Il manifesto per ricordare il comandante Moro

 

Un grande manifesto affisso lungo una delle vie più trafficate di Padova. Un messaggio che tiene viva la memoria di una persona molto conosciuta, a un anno dalla sua scomparsa.

Dal 21 ottobre mattina in via del Plebiscito è ben evidente un cartellone con l’immagine di Giampietro Moro, l’ex comandate operativo della Polizia locale di Cadoneghe, morto poco più di un anno fa, l’1 ottobre. «Giampietro, non ti dimentichiamo. 01.10.24. I tuoi amici», è la scritta che accompagna la foto del comandante in divisa, con i suoi immancabili occhiali da sole.

Resterà per 15 giorni

Il manifesto è largo 6 metri e alto 3. «Rimarrà affisso per quindici giorni», spiega il figlio Andrea, «è una iniziativa sentita e voluta dalla nostra famiglia e soprattutto da un gruppo di amici di mio padre». Un’attestazione di affetto e un tributo alla memoria certamente insolito: «Sì, il cartellone è importante, ma ci sentivamo in dovere di esprimere la nostra vicinanza a papà in questo modo».

La vicenda dei velox

Vi si legge anche un modo per ripristinare quella dignità che è stata più volte attentata negli ultimi mesi di vita di Moro: il riferimento è alla bagarre interna al Comune di Cadoneghe legata alle multe dei velox cittadini, che ha portato Moro in aperto contrasto con l’amministrazione comunale, e alla vicenda giudiziaria che si è aperta e che ha visto indagato anche l’ex comandante. In seguito a questi eventi, perlomeno cronologicamente, Moro si è ammalato e ha subito anche un trapianto di cuore.

Velox di Cadoneghe, chiesto il processo per l’ex comandante dei vigili e un agente
Uno dei due velox di Cadoneghe, a destra l’ex comandante della polizia locale Giampietro Moro

«Sicuramente quei fatti hanno segnato pesantemente mio padre», ricorda ancora il figlio Andrea. «Ora quel che conta è onorare la memoria di papà. Molti, ancora oggi, mi parlano di lui con parole di grande stima». —

 

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