Mantova capitale italiana della cultura

Sarà Mantova sarà la capitale italiana della cultura 2016. Lo ha annunciato ieri il professor Marco Cammelli, capo della commissione, durante la presentazione ufficiale al Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. Alla città lombarda andrà un milione di euro per la realizzazione del progetto presentato in fase di candidatura e l’esclusione delle risorse investite dal vincolo del patto di stabilità.
Il progetto è basato sulla valorizzazione di suoi monumenti, in modo che ci sia una perfetta fusione tra la città moderna e il suo passato rinascimentale. «Non è solo un milione di euro che ci arriverà» ha commentato il sindaco Palazzi. «È il riconoscimento a una città piccola, ma con una vocazione internazionale e un patrimonio straordinario. Stiamo cercando di aprirla al mondo, investendo sul recupero del patrimonio, sulla rigenerazione urbana, sulla fiducia di una città che ha voglia di esserci e di contare molto di più nel paese e in Europa».
Il progetto presentato punta su una riorganizzazione complessiva del territorio coinvolgendo 14 comuni e tutte le loro realtà economiche.
L'anno scorso il titolo era andato a cinque città (Lecce, Siena, Cagliari, Perugia-Assisi e Ravenna). «Nel 2014 la decisione è stata presa a ridosso delle date, quest’anno, invece, abbiamo avuto più tempo» ha spiegato il ministro Dario Franceschini. «Quest’anno si tratta di un riconoscimento vero: solo una città sarà capitale della cultura per tutti i 12 mesi. L’obiettivo delle prossime edizioni è quello di annunciare all’inizio dell’anno precedente il nome della città che diventerà capitale l’anno successivo».
Quest'anno si erano candidate 24 città, la commissione ne aveva selezionate dieci. Le nove che non hanno raggiunto il titolo restano in lizza per il 2017 e tra queste il 25 gennaio si proclamerà la Capitale del 2017. Proposte interessanti anche dalle nove città uscite sconfitte. Aquileia, ad esempio, ha presentato un progetto che ha al centro l’archeologia e che tende a valorizzare i propri tesori, riportando ai giorni nostri i valori della convivenza e del dialogo. Per fare questo, il Museo della città ospiterà le opere d’arte dei paesi dove questo dialogo è a rischio, come ad esempio i paesi del medio oriente.
Le altre città erano Como, Ercolano, Pisa, Pistoia, Parma, Spoleto, Taranto, Terni. (j.s.)
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