Margherite sulla bara di Greta «Hai seminato tanto amore»

Ieri il paese si è fermato per l’addio alla ragazza morta in un incidente a 18 anni  Sulla cassa tanti “ciao” tracciati con il pennarello prima del volo dei palloncini
POLETTO-FOTOPIRAN-SAN PIETRO IN GU'-FUNERALE GRETA LOISON
POLETTO-FOTOPIRAN-SAN PIETRO IN GU'-FUNERALE GRETA LOISON

SAN PIETRO IN GU. Un paese intero, centinaia di amici e compagni di scuola: tutti si sono fermati ieri per dire addio a Greta Luison, che aveva solo 18 anni e che sabato scorso è stata uccisa in un incidente stradale in via Biasiati a San Pietro in Gu. Il funerale è stato celebrato proprio nel giorno in cui un'altra Greta è riuscita a mobilitare milioni di giovani in tutto il mondo. «Ci ho pensato tante volte», ha spiegato il parroco, don Giuseppe Secondin, «sentivo in televisione di una Greta che ha lanciato una campagna a difesa della nostra Terra, e mi tornava in mente sempre la nostra Greta, il suo animo altruista, la sua capacità di mettersi dalla parte dei più deboli».

Il pastore ha dedicato una lettera alla giovanissima: «Eri una ragazza solare, contenta, con tanti progetti. Ora ti pensiamo in un luogo di pace, di colori. Ci hai lasciati nel dolore: non dimenticarci, sostieni la tua bella famiglia, i tuoi amici, anche quelli che erano con te il 10 marzo», nella notte della tragedia. «Greta, perché te ne sei andata così giovane?». Capire è impossibile, ma è anche impossibile non vedere tutto l'amore seminato e che ieri ha avuto un ulteriore germoglio: «In questi giorni ho visto una comunità unita: non è stato un tempo di morte, ma di vita, di riflessione, di umanità, di preghiera. Grazie per quello che sei stata, ti sei fatta amare e hai amato, ti sei fatta attenta e amica di questa società. Questo non è un addio, perché il tuo ricordo è vivo nella tua famiglia e nelle persone che ti hanno amato». Il parroco ha provato ad accendere una luce dicendo le cose più coraggiose, ha provato a ribaltare l'ordine del discorso precostituito: «Non importa quanti anni si vive, ma l’intensità, e il bene che si è seminato. Il bene che abbiamo fatto non sarà mai dimenticato. Greta, ce l’hai detto tu, nella tua breve esistenza, che il bene che ognuno semina poi si raccoglie». All'uscita, è stato necessario dirsi addio, ma da questa giovanissima - un talento artistico che stava maturando al Boscardin di Vicenza - non si poteva che prendere commiato con la creatività: mamma Doriana, papà Ecledi, il fratello Matteo e poi i tanti amici si sono stretti attorno alla bara, in legno grezzo, e con i pennarelli hanno siglato il loro "Ciao", con tutti i colori dell'amore di Greta, «che significa Margherita».

Anche per questo la bara è stata coperta di margherite, poi in cielo sono volati palloncini che hanno portato con sé semi di fiori che nasceranno nei giardini di tutto quel mondo che lei avrebbe voluto scoprire. —

Silvia Bergamin

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