Maria Rita Parsi spiega gli ingrati

«La sindrome rancorosa del beneficato» è il sottotitolo a Ingrati, il nuovo libro di Maria Rita Parsi (nella foto) che sarà presentato oggi alle 17 al Liceo Tito Livio di Padova, in seno a La Fiera delle Parole. A leggerlo, il libro della Parsi, che è psicoterapeuta, scrittrice e una grande divulgatrice scientifica, uno si mette il cuore in pace. Quante volte non ci è successo, purtroppo per noi, di incappare in un ingrato? Proprio quello a cui avevamo dato il nostro cuore, tutto il nostro aiuto, quello a cui volevamo più bene. Ecco, proprio lui: un bel dì scopriamo che ci ha tradito, venduto, rinnegato, pugnalato alle spalle. Da psicoterapeuta la Parsi ci spiega la cosa rovesciando la prospettiva: dovevate aspettarvelo, un po' è anche colpa vostra. Sì, perché colui che aiuta, colui che benefica attiva sentimenti umanissimi e difficili da controllare, come l'invidia. Di fronte al benefattore il beneficato si sente inadeguato, lo vede irraggiungibile, prova l'umiliazione estrema di doversi confrontare con lo scarto che si dà tra la propria pochezza e la grandiosità dell'altro. Il benefattore insomma infligge al beneficato anche la pesante umiliazione della propria superiorità - alla quale si aggiunge magari il sospetto che egli abbia agito unicamente per dar sfoggio di sé stesso, per sentirsi più bello, più grande, più amato. Anche se non è questa la reale intenzione del benefattore, il beneficato spesso non riesce a pensare altrimenti: e così scattano quei meccanismi di revanche che lo trasformano in un ingrato. Fondamentalmente, infatti, chi riceve un aiuto si trova coinvolto in un complesso di inferiorità che non gli permette di farsi carico del peso della gratitudine. Eccola, la parola che mette a posto tutto: la gratitudine. Perché basterebbe dire grazie e tutto andrebbe a posto. Però bisogna saperlo fare. «La gratitudine si impara dai maestri», sottolinea Parsi in un bellissimo capitolo. Siamo in grado di capire che è il nostro maestro? Arrivarci non è facile ma il libro di Parsi ha il merito di agire come «psicosoluzione»: contiene anche una trasposizione letteraria di alcuni «casi clinici» che ci permette di entrare nel vivo della questione. (b.c.)
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