Mascherine per tutta Tribano: le confezionano le sarte aiutate dalle ragazze madri

Un imprenditore ha acquistato la stoffa e messo a disposizione il suo laboratorio. Una merceria ha dato altro materiale, il Comune le distribuisce con le giovani del servizio civile

TRIBANO. Sarte volontarie per cucire le mascherine fai da te da distribuire in paese. In pochi giorni ne hanno già confezionate 600, per i primi giorni della settimana saranno un migliaio. La stoffa l’ha procurata un imprenditore del paese e a dare manforte si sono aggiunte anche alcune ragazze madri della comunità alloggio di Olmo, mentre della distribuzione si occupano le giovani del servizio civile comunale.

Gioco di Squadra. Un bel gioco di squadra per far fronte alla carenza di questo strumento di protezione ormai indispensabile, ma ai più introvabile, un pool di volontari mobilitato tra tessuti, stoffe e sacchetti che ormai lavora senza sosta da alcuni giorni. «Le mascherine sono introvabili», racconta il sindaco Massimo Cavazzana, «eppure servono come prima forma di protezione. Prima ancora che Zaia annunciasse la distribuzione di due milioni di pezzi, un nostro imprenditore si era offerto di produrle in proprio».

Dalle tende. Si tratta di Alessandro Giacometti, titolare dello Studio Tenda, un’attività di Tribano specializzata appunto nella realizzazione di ogni genere di tende. Nei giorni scorsi l’imprenditore si è messo alla ricerca del tessuto adatto alla creazione di mascherine e lo ha trovato in una azienda di Padova.

«Ha acquistato un rotolo da 150 metri» continua Cavazzana «e si è offerto di tagliarle nel suo laboratorio, in modo da poterle mettere a disposizione al più presto. A lui si sono aggiunti altri volontari per le operazioni di cucitura e di confezionamento finale. Graziano Emiri ha messo a disposizione uno spazio e il suo tempo, perché il lavoro da fare è tanto e le richieste sono in aumento. Altro materiale è stato messo a disposizione da Claudio Capuzzo, titolare della merceria del paese. Si sono mobilitate anche alcune sarte, a partire da Giuseppina Rizzo, insieme alle ragazze della Casa del Buon Samaritano di Olmo». Si tratta delle ospiti della casa alloggio gestita dalla cooperativa Fraternità e Lavoro, coordinata da Francesco Capuzzo.

«Le giovani si sono offerte di dare una mano nel confezionamento delle mascherine», continua Cavazzana, «in questo modo è stato possibile velocizzare il lavoro perché tutta Tribano, ad oggi, ha bisogno di questa forma di protezione».

Barriera anche se non omologata . Il fatto che non siano omologate non pare essere un problema perché si tratta in ogni caso di una barriera fisica che contribuisce a ridurre il rischio di contagio nel rispetto, ovviamente, di tutte le altre disposizioni e ordinanze emanate in questi giorni. «Invitiamo nuovamente tutti i compaesani», raccomanda il sindaco, «a rimanere a casa e a ridurre gli spostamenti al minimo indispensabile. Abbiamo deciso di consegnare tre mascherine a famiglia, in modo che ce ne siano per tutti. Le stiamo distribuendo grazie alla disponibilità delle nostre ragazze del servizio civile comunale, che si sono unite a questa squadra di volontari. Da giorni stiamo prendendo nota delle prenotazioni e seguiamo le consegne. Quando abbiamo le mascherine disponibili ricontattiamo le famiglie e organizziamo la consegna». Chi non avesse ancora prenotato può farlo chiamando l’Ufficio relazioni con il pubblico (049.5342006). —

© RIPRODUZIONE RISERVATA .

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova