Masini: «Vi porto in viaggio nel tempo»

PADOVA. Marco Masini festeggerà 25 anni di carriera, domani alle 21 al Gran Teatro Goex di Padova, con una data del suo “Cronologia Tour – Teatri” che porta lo stesso nome del triplo cd antologico “Cronologia”.
Ci può parlare dello spettacolo?
«Ripercorre 25 anni a ritroso, partendo da oggi per arrivare a 25 anni fa. Ovviamente quando fai un viaggio nel tempo tutto diventa pericoloso perché ritrovi i vecchi amori, le vecchie amicizie, i sentimenti e le emozioni di un tempo. Gli arrangiamenti dei vecchi successi sono stati aggiornati ma senza stravolgimenti».
“Che giorno è”, il brano di Sanremo, fa parte di “Cronologia” ma quando uscirà un album di inediti?
«Il 2016 sarà un anno di sperimentazioni e di prove ed entro il 2017 uscirà qualcosa di nuovo».
“L’Italia” è stata la sua amara riflessione del 2009 ma se la dovesse riscrivere oggi, come la cambierebbe?
«Quello che si racconta nelle canzoni fa sempre parte di quel periodo anche se oggi non è che i problemi siano cambiati. I problemi di politica e malaffare ci sono sempre stati anche nel passato anche se prima rimanevano nascosti, mentre da Tangentopoli hanno cominciato a emergere».
Quando ha deciso che il singolo del suo terzo album dovesse essere “Vaffanculo”, ha avuto problemi con la casa discografica?
«È stato sicuramente difficile anche se per fortuna avevo accanto un grande produttore come Bigazzi che mi ha sostenuto anche perché con me e Giuseppe Dati aveva firmato il pezzo. La casa discografica era titubante e all’inizio le radio avevano censurato la canzone. Poi Radio Italia ha cominciato a trasmetterla e a quel punto tutte le altre emittenti si sono accodate, perché comunque il brano aveva una coerenza al di là della parolaccia. Il problema era che il contenuto arrivava dopo. È normale, se vedi una donna in minigonna la prima cosa che le guardi sono le gambe e solo dopo gli occhi. Ugualmente, una parolaccia può essere innescare il pregiudizio. Alla fine è stato un grande successo, un inno per tanti ragazzi che avevano voglia di gridare quella parola al mondo. Il coraggio e la fortuna a volte aiutano chi ci crede».
Con quella canzone lei intendeva rispondere a chi le diceva che era pessimista.
«Se fossi stato pessimista non avrei scritto nessuna canzone perché le canzoni non si scrivono per incitare al pessimismo ma per provocare una reazione. Chiunque abbia un tipo di scrittura realistica, cruda e vera, dentro di sé intende cambiare le cose. Un certo tipo di etichetta mi è stata affibbiata perché parlavo del disagio giovanile reale».
Perché nel 2001 aveva deciso di chiudere con la musica?
«Non trovavo una casa discografica disposta a farmi un contratto. Poi, ho capito che potevo mettermi in proprio. Ho fondato un’etichetta indipendente con un socio e sono riuscito a trovare una distribuzione. Abbiamo fatto uscire “L’uomo volante” (canzone vincitrice di Sanremo 2004, ndr) e da lì sono ripartito. Sono le battaglie della vita che appartengono a tutti, perché il lavoro è precario. L’umiltà e il coraggio non devono mai mancare per rialzarsi sempre da ogni caduta. Ogni giorno è una lotta per cercare di convincere gli altri a scommettere sulla nostra creatività».
Nel 2005 ha preso parte al premio Almirante, come mai?
«Io ho fatto tutti i premi possibili ma non si va a suonare per la politica, la musica è anche un lavoro e se ti chiamano e ti retribuiscono, magari ci vai. Ho cantato anche alle feste dell’Unità e dell’Avanti. Poi, le mie idee politiche fanno parte di uno dei pochi segreti che ancora posso tenere per me anche se poi sono in continua evoluzione perché destra e sinistra oggi non sono più quelle di ieri».
Non le chiedo cosa pensa di Renzi allora.
«Non me lo chieda. È un tifoso della Fiorentina è questo mi fa veramente piacere».
Biglietti da 23 a 46 euro (ridotti 17) presso la biglietteria del Geox o su zedlive.com e fastickets.it.
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