Medico padovano ucciso da un’onda

Ignazio Scaravilli nel 2015 era stato rapito dai miliziani dell’Is in Libia e poi liberato. La tragedia al mare a Catania
Di Elisa Fais
+++ATTENZIONE LA FOTO NON PUO' ESSERE PUBBLICATA O RIPRODOTTA SENZA L'AUTORIZZAZIONE DELLA FONTE DI ORIGINE CUI SI RINVIA+++ Ignazio Scaravilli, il medico catanese irreperibile dal 6 gennaio 2015 in Libia, in una foto tratta dal suo profilo Facebook.
+++ATTENZIONE LA FOTO NON PUO' ESSERE PUBBLICATA O RIPRODOTTA SENZA L'AUTORIZZAZIONE DELLA FONTE DI ORIGINE CUI SI RINVIA+++ Ignazio Scaravilli, il medico catanese irreperibile dal 6 gennaio 2015 in Libia, in una foto tratta dal suo profilo Facebook.

Ignazio Scaravilli, l’ortopedico che nel 2015 fu sequestrato in Libia dai miliziani dell’Is, ieri è stato travolto e ucciso dalla furia delle onde del mare a Catania. Sessantanove anni, per un trentennio a Padova per lavoro, Scaravilli è morto fra gli scogli del porticciolo di San Giovanni Li Cuti in provincia di Catania. Il medico in pensione, travolto improvvisamente da un’onda anomala, avrebbe tentato di ripararsi in una piccola grotta tra gli scogli.

Sembra che lì, in balia delle onde, l’uomo abbia battuto la testa perdendo i sensi. Il violento trauma cranico è stato fatale e il mare agitato non gli ha dato scampo. Ad assistere al tragico incidente c’era la moglie, Liliana Monaco, che ha immediatamente chiesto aiuto. Scaravilli fu preso come ostaggio nel gennaio 2015 mentre era in Libia per lavorare all’ospedale Dal Al Wafa e liberato sei mesi dopo.

«Mio padre purtroppo si trovava vicino agli scogli», racconta il figlio, Antonino Scaravilli, «C’è stato un improvviso ingrossamento del mare e le onde lo hanno trascinato su se stesso per poi incastrarlo in una zona in cui c’era la risacca. Da lì non è più riuscito a liberarsi. Sono stati ovviamente subito chiamati i soccorsi, i passanti hanno cercato di prestargli aiuto ma non c’è stato nulla da fare». Sul posto, oltre agli agenti del commissariato di Catania, anche i vigili del fuoco, una motovedetta della guardia costiera e i sanitari del 118 che hanno tentato in tutti i modi di salvare la vita al medico. L’ortopedico è molto conosciuto in città perché in passato ha lavorato come aiuto primario di Ortopedia all’ex Cto-Sant’Antonio di Padova e in altre cliniche private del territorio. «Lui aveva un grandissimo affetto per Padova», aggiunge il figlio Antonino, «sia per i suoi pazienti che per i suoi colleghi. Gli piaceva tanto la città, ma si era voluto trasferire a Catania per tornare nella sua terra d’origine assieme alla famiglia. Ha vissuto con tanto sentimento anche i ritorni a Padova dopo l’episodio del rapimento in Libia. Era rimasto commosso dall’accoglienza: dal semplice conoscente incontrato casualmente in un negozio, ai colleghi di lavoro di una vita». La famiglia Scaravilli ha dovuto affrontare molte difficoltà. «Questa non è l’unica tragedia accaduta alla nostra famiglia», dice Antonino Scaravilli, «abbiamo già perso mio fratello all’età di 35 anni a causa di un incidente stradale. Purtroppo siamo stati sfortunati, ma visto quello che sta succedendo in centro Italia per il terremoto, non sentiamo di lamentarci troppo». La data del funerale non è ancora stata fissata perché la salma è stata portata all’ospedale per i rilievi medico legali. «La cerimonia sarà fatta a Catania perché mio fratello è seppellito qui», conclude Antonino.

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova