Melozzo, da Padova a Raffaello

A Forlì il pittore del '400 che incantò il papa
Melozzo da Forlì (1438-1494) «Angelo musicante» Roma Pinacoteca Vaticana
Melozzo da Forlì (1438-1494) «Angelo musicante» Roma Pinacoteca Vaticana
La formula fino ad ora si è rivelata vincente. Organizzare mostre che esaltano il legame che unisce il grande artista alla città d'origine. Adesso tocca a Melozzo da Forlì. Antonio Paolucci, che cura la mostra di Forlì, un'ottantina di opere che vanno da Andrea Mantegna a Sandro Botticelli; da Paolo Uccello al Beato Angelico; dal Ghirlandaio al Perugino, insieme a Daniele Bennati e a Mauro Natale, non ha dubbi in proposito convinto com'è che «senza Melozzo difficilmente si spiegherebbe Raffaello». Mostra che si è potuta realizzare grazie alla collaborazione dei musei vaticani, alle Gallerie Nazionali delle Marche e dell'Umbria, alle soprintendenze di Roma Firenze Bologna, alla Pinacoteca di Brera. I loro prestiti indispensabili hanno reso possibile per la prima volta la riunione della maggioranza delle opere mobili di Melozzo: 14 su 21, delle creazioni rimaste. Melozzo Ambrogi (1438-1494) lascia presto la sua città per entrare in contatto con i più importanti centri rinascimentali: Padova dove può ammirare le statue di Donatello al Santo e gli affreschi di Mantegna agli Eremitani che gli insegneranno la linea tagliente e incisiva, Urbino e Roma, dove si merita il titolo di "Pictor papalis" durante i pontificati di Pio II e Sisto IV.  L'esempio cardine delle capacità di Melozzo di umanizzare e storicizzare le figure inserendole in un perfetto apparato prospettico, è l'affresco dei Musei Vaticani, staccato per la prima volta, "Sisto IV nomina Bartolomeo Platina Prefetto della Biblioteca apostolica", e portato su tela esclusivamente per la mostra. Nella scena si vede l'umanista Bartolomeo Platina, un tecnico laico, un antesignano degli attuali ministri dei Beni Culturali, circondato da prelati e dignitari, accogliere in ginocchio l'incarico. Siamo nel 1475. L'affresco si delinea come un manifesto politico che sancisce l'intesa fra la Chiesa e la Cultura e pone le basi di quel canone pittorico vaticano che farà da sponda ai fiorentini e agli umbri, Ghirlandaio Perugino Botticelli Signorelli, che saranno coinvolti da Sisto IV negli affreschi della Sistina. Sempre di Melozzo, accanto all'affresco sono stati sistemati gli Apostoli e gli Angeli musicanti, provenienti dalla chiesa romana dei Santi Apostoli. Di Piero della Francesca, la mostra propone la bellissima Madonna di Senigallia (1472-1475) appena restaurata. Restauro che ha permesso di scoprire la pelliccia di ermellino sulle spalle della Madonna, simbolo dei re. Un'opera monumentale da un lato, nel volume dei corpi nella compostezza delle figure; e intima dall'altro per l'atmosfera quasi domestica che aleggia.
«MELOZZO DA FORLÌ L'umana bellezza tra Piero della Francesca e Raffaello» Forlì Musei San Domenico Dal 29 gennaio al 12 giugno 2011. Apertura: da martedì a venerdì, dalle 9.30 alle 19.00. Sabato e domenica: dalle 9.30 alle 20.00

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