«Mia sorella Olivia rischia di morire Ha il cranio spaccato»

Sperano che tutto vada per il verso giusto, che Olivia superi la fase successiva all’intervento alla testa, che non ci siano complicazioni. È quello che si augurano i parenti della cinquantenne aggredita e derubata in pieno giorno a Ponte di Brenta, le cui condizioni si presentano ancora molto gravi. Olivia Bortoletto, 50 anni, è ancora ricoverata in prognosi riservata. Gli uomini della squadra mobile di Marco Calì stanno conducendo l’indagine e stanno cercando tra gli immigrati dell’Est.
Annarosa Bortoletto, la sorella di Olivia, che abita nella casa accanto in via Smania, racconta preoccupata quali sono le condizioni della ferita. «È intubata, in rianimazione all’ospedale Sant’Antonio. L’intervento alla testa è durato tre ore ed è stato molto delicato. L’emorragia, che è stata assorbita, arrivava fino alla membrana che ricopre il cervello».
Annarosa è inquieta, spiega che nonostante i medici l’abbiano rassicurata, non sarà serena finché quest’incubo non sarà terminato. C’è angoscia nelle sue parole, ma anche tanta rabbia: «Sono sconcertata. Le hanno praticamente spaccato il cranio» poi riprende la calma e continua, «in ospedale ci hanno subito detto che l’operazione sarebbe stata molto rischiosa ma anche che così non poteva rimanere. Rischiava di morire. Se la notte passerà tranquillamente, proveranno a toglierle il respiratore e un po’ alla volta anche la sedazione. Sono molto preoccupata perché Olivia è un po’ come me: è tanto apprensiva, prende tutto molto sul serio, pensa e riflette mille volte prima di fare qualcosa. Non so come potrebbe reagire emotivamente a quello che le è capitato. Noi speriamo solo di poterla portare a casa il prima possibile».
In via Smania, ad aspettare Olivia, c’è anche l’ amata anziana zia disabile che non sa nulla di quello che è successo alla nipote ma che inizia a fare domande non vedendola prendersi cura di lei come fa quotidianamente.
«Preferiamo non dirle ancora niente vista l’età e il forte legame tra lei e Olivia» continua Annarosa. In tutta questa vicenda c’è una cosa che rimane ancora poco chiara: «Mi stupisce che mia sorella abbia fatto quella strada. Si tratta di un vicoletto di servizio, nascosto tra due mura, usato da tutti e dove c’è un passaggio continuo: lì Olivia non si è mai sentita sicura. Tempo addietro aveva detto alle mie figlie che andavano a scuola di non passare mai di là perché dalla strada non si vede quello che succede all’interno. È molto strano, sono sicura che non avrebbe mai percorso da sola quella strada. È terribile comunque. Non siamo nemmeno più liberi di uscire in pieno giorno».
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