Monselice, revocata l’ordinanza della falsa cimice

Dopo un vertice tra amministrazione e agricoltori, revocata l’ordinanza già contestata dal PD

Nicola Cesaro

Un mese dopo, l’ordinanza viene ritirata. Allarme cessato, spiegano dal Comune, ma in parte – forse – anche conseguenza di una polemica politica e del pressing degli addetti ai lavori.

È il caso dell’ordinanza comunale firmata lo scorso 22 luglio dalla sindaca di Monselice, Giorgia Bedin, che intimava ai «detentori e gestori di terreni agricoli l’esecuzione una serie di interventi, dall’aratura alla rimozione di parti di vegetazione che si prestano a infestazioni, per prevenire la diffusione della Nysius cymoides, meglio conosciuta come “falsa cimice”».

Un’ordinanza, spiegava la sindaca, nata sulla base di segnalazioni in città sulla presenza massiccia di questo insetto di piccole dimensioni, che può causare notevoli danni alle colture.

La Nysius cymoides, ligeide della colza il nome volgare dell’animaletto, è una piccola “cimice’’ che negli ultimi anni ha fatto improvvisamente registrare numerosi casi di infestazione nelle abitazioni in diverse località del territorio regionale.

L’insetto non punge l’uomo e non è pericoloso per le persone o gli animali domestici. Nel periodo estivo, dopo la raccolta delle colture, può tuttavia invadere in gran numero le abitazioni più vicine ai campi coltivati, causando disagi alla popolazione, e danneggiare le colture orticole circostanti.

Insomma, un gran fastidio. Da qui il diktat della sindaca: pulizia urgente del terreno per eliminare le erbe infestanti, dove prolifera la “falsa cimice”, tramite aratura o erpicatura, ma anche pulizia dei bordi campo, capezzagne e argini, con tanto di obbligo di conservazione della documentazione dell’esecuzione delle pratiche richieste.

Ordinanza, questa, valida fino al 30 settembre. Vanessa Camani, consigliera regionale del Pd, aveva interrogato la Regione in merito all’ordinanza: era veramente un’emergenza tale da emettere un simile documento? L’ente regionale ne era al corrente? «Parlare di “infestazione”, obbligando i cittadini ad interventi conseguenti, senza una reale pericolosità del contesto apparirebbe una forzatura inspiegabile», il dubbio della Camani.

Una trentina di giorni dopo, in anticipo di un mese rispetto alla scadenza della stessa, l’ordinanza è stata revocata. «Nei giorni scorsi si è tenuto un incontro tra l’amministrazione comunale e le associazioni degli agricoltori presenti sul territorio, durante il quale è stato rilevato che la massiccia presenza dell’insetto fitofago Nysius cymoides si è notevolmente ridotta», si legge nel documento di revoca.

Pare, in realtà, che le stesse associazioni abbiano segnalato alla giunta monselicense l’eccessiva azione del Comune. «Considerato che, allo stato attuale, l’emergenza è cessata per effetto del mutamento delle condizioni climatiche e della conclusione del periodo caldo-arido che favoriva la proliferazione dell’insetto, l’ordinanza è revocata». L’emergenza è rimandata al prossimo insetto, falso o vero che sia. 

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