Monselice, si arrende anche l'ultimo noleggio video

"Videofantasy 1" di Renato Marigo ha resistito ben oltre gli abbonamenti streaming
Renato Marigo
Renato Marigo

MONSELICE. Alle sue spalle, malinconicamente appeso al muro, un cartello avvisa la clientela dell’imminente cessazione dell’attività. Ma lui ti accoglie in negozio con la serenità di chi non ha rimpianti. Renato Marigo è il titolare della storica videoteca “Videofantasy 1” di via Cadorna, che a fine giugno chiuderà i battenti. Il suo è uno degli ultimi negozi di questo genere sopravvissuti nella Bassa : è resistito più a lungo di tanti altri, ma alla fine ha dovuto arrendersi. «Quando ho cominciato, nel 1989, era il periodo delle videocassette. A Monselice eravamo in cinque o sei a svolgere il mio mestiere, ma nel giro di poco tempo sono rimasto solo io» racconta Marigo, «Ho sempre cercato di investire molto in prodotti e servizi e forse questo mi ha permesso di tenere aperto. Il negozio è di mia proprietà e quindi non ho l’affitto da pagare, altrimenti sarebbe stata più dura. Adesso però è arrivato il momento di abbassare la serranda».

I problemi sono iniziati nel 2008 con lo scoppio della crisi economica: da quel momento in poi i guadagni sono calati sistematicamente ogni anno. Internet con i vari abbonamenti streaming e l’avvento del Digitale Terrestre hanno fatto il resto: sono pochi ormai coloro che decidono di comprare i Dvd. «Il noleggio, più che la vendita, mi ha permesso in qualche modo di andare avanti. Il mio target oggi è quello dei cinquantenni e dei sessantenni, i giovani che vengono qui sono pochissimi». Impossibile reinventarsi? «Credo che l’epoca delle videoteche sia finita. In trent’anni nel mio negozio ho visto passare intere generazioni. Ringrazio i clienti per il grande affetto che mi hanno dimostrato, ho sempre cercato di garantire una vasta offerta di film per tutte le età senza rinunciare a proporre anche opere di nicchia». E adesso? «Vado in pensione, ma sono tranquillo. Avrò più tempo per stare con la mia nipotina e prendermi cura dei miei ulivi».




 

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