Montagnana, addio all’artista Alfredo Badiello
Pittore e decoratore, ideò feste per promuovere la musica e il teatro. Molto conosciuto in paese. Aveva 78 anni

Artista eclettico, infaticabile ed estroverso animatore culturale nonché vulcanica fucina di idee: Alfredo Badiello è stato a lungo protagonista di una stagione ricca di iniziative e di fermento a Montagnana.
La notizia della sua scomparsa il 3 gennaio ha fatto il giro della città e non solo, tra la commozione e i ricordi di chi l’ha conosciuto e ne ha condiviso parte del ricco percorso artistico e professionale. Dalla pittura e decorazione sul legno al teatro, dagli eventi in grande stile alla preparazione di un film, fino alla fondazione di una rivista: Badiello ha portato una ventata di novità e affrontato percorsi inediti.
Aveva 78 anni e da qualche tempo le condizioni di salute si erano fatte più precarie. Lascia la moglie Nadia, decoratrice, con cui ha condiviso l’esperienza professionale, e due fratelli.
Indelebile il ricordo delle sue iniziative, a partire dalla Festa dei Pazzi, la “Primaveril baraonda” che aveva introdotto a Montagnana negli anni Ottanta.
«Questa idea mutuata da simili iniziative in Francia portò a Montagnana una marea di gente» ricorda Renato Dal Cavaliere, assessore alla Cultura e vice sindaco dal 1982 al 1990. «La città, trasformata in isola pedonale, ospitava rappresentazioni musicali e teatrali, e molte altre iniziative. Alfredo aveva ideato anche il manifesto, tracciando due segni che incuriosirono e appassionarono il pubblico. Abbiamo lavorato insieme per diverso tempo, in quegli anni c’era molto fermento e un forte risveglio culturale, abbiamo fatto sperimentazioni incredibili. Alfredo seguiva una compagnia teatrale, Atanor, con la quale abbiamo coinvolto anche le scuole. Era anche un profondo conoscitore del “situazionismo” del francese Guy Debord e infatti ha sempre lavorato a nuove situazioni culturali».
A Badiello si deve anche la prima edizione della Festa del Prosciutto, inaugurata nel 1978 e diventata uno degli appuntamenti più sentiti a Montagnana. Ha lavorato a lungo anche come decoratore del legno e realizzato opere pregiate, aveva fondato anche una rivista di opinione, “Guelfi e Ghibellini” dedicata a temi culturali.
«Era un grandissimo studioso del medioevo» aggiunge l’amico e attore Roberto Biribin, «ha costruito in scala 1:3 delle macchine d’assalto tutt’ora esposte nel cortile del Castello di San Zeno, dentro le mura. Era una persona generosa e di grande fantasia, con lui ho recitato negli Ibernales Ludi, una festa organizzata ogni inizio anno. Una decina di anni fa aveva lavorato all’idea di un film su Ezzelino da Romano, aveva scritto i testi, realizzato un trailer e scelto il titolo “Palium”. È stato socio fondatore dell’Impero di Rovenega, associazione culturale che ancora oggi raccoglie artisti, teatranti e festaioli e ha firmato anche l’opera pittorica “Epopea di Fanes” esposta alla Camera di Commercio di Padova. Lascia tanti amici e lo ricordiamo tutti con affetto e gratitudine» conclude Biribin.
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