Morì a 44 anni, medici indagati

 Il 4 ottobre 2007 la donna, mamma di un bimbo di 11 anni, viene operata all'ospedale di Padova. Tutto va bene, viene dimessa dopo soli due giorni. Il 10 ottobre si sveglia con la camicia da notte e il cuscino sporchi di liquido rossastro. Viene portata in ospedale a Padova dove viene visitata proprio dalla Pelizzo assistita dalla Boschin che l'avevano operata. Le viene diagnosticata l'infiammazione della ferita, che a quanto racconta il marito della donna, le viene «spremuta» con le mani. Sempre il marito, Davide Cappiello, sentirebbe la dottoressa Boschin che chiede alla Pelizzo in merito all'opportunità di eseguire una ecografia. Che non sarebbe stata eseguita. Un esame che avrebbe evidenziato il versamento presente, un fenomeno tipico di questi interventi che viene risolto con un drenaggio che «asciuga» l'ematoma.  Rosanna Samogin torna a casa dove il suo ematoma cresce. Il 13 ottobre alle 4.30 del mattino va in bagno e si sente soffocare: ha gravi problemi di respirazione. Prima viene portata all'ospedale di Conegliano, poi a quello di Padova dove muore il 22 ottobre dopo giorni di coma. A Natale del 2007 il marito della Samogin, Davide Cappiello, scrive una lettera a mano con una biro blu su un foglio a righe e la spedisce in procura a Treviso. Uno sfogo più che una denuncia formale: che viene catalogata come tale.  Racconta il suo Natale triste per quanto gli è successo. La missiva «dorme» fino a maggio 2009 quando viene inoltrata a Padova. Arriva sul tavolo del pm Cescon che avvia l'inchiesta nel novembre dello stesso anno.