Morta la contessa Francesca Orsini Funerali mercoledì
La scomparsa di Francesca Romana Bonacossi da Zara, che fra meno di quattro mesi avrebbe compiuto 89 anni e che mercoledì verrà sepolta a Padova, pare chiudere un’epoca lontana nel tempo e viva solo nei ricordi di chi la visse da protagonista, illustre per casato e ricchezza.
Figlia di Taino Bonacossi, marchese di S. Michele e di Carolina da Zara dei conti di Serra la nobildonna, celebre in gioventù per la sua bellezza, era l’erede di due famiglie della grande nobiltà ebraica e, per parte della madre padovana, di un vastissimo patrimonio in terre ed immobili.
Pare di entrare nella favola immaginando il suo matrimonio, celebrato a Pernumia nell’ottobre del ’46, con il principe Filippo Orsini, ventunesimo duca di Gravina, la cui famiglia, assieme a quella dei Colonna, era a capo della nobiltà nera della Capitale. Come tale, titolare con diritto ereditario e per privilegio perpetuo della più alta dignità della corte pontificia: quella di Assistente al Soglio, che conferiva agli insigniti il titolo di principe e l’incarico di presenziare alle cerimonie papali al lato destro del trono pontificio.
Don Filippo Orsini la esercitò assieme a don Aspreno Colonna sino all’anno 1958 quando la storia d’amore, tanto scandalosa per l’epoca quanto impossibile, per l’attrice americana Belinda Lee, non gli valse la cancellazione del prestigioso titolo. Biondi, entrambi e bellissimi, il “Principe e la Ballerina” misero a soqquadro per breve tempo un mondo di rigide abitudini, che mai avrebbe potuto reggere il peso d’un sentimento impensabile per l’epoca e per la posizione sociale di lui. Ciò non impedì tuttavia che la morte di don Filippo, avvenuta nel 1984, fosse onorata con un funerale solenne e la bara vegliata dai valletti di palazzo in polpe vestiti con i colori della casata.
Dal matrimonio con Francesca Romana Bonacossi Da Zara erano nati nel frattempo tre figli: Domenico Napoleone, cui passò il titolo di ventiduesimo duca di Gravina; Ildegarda e Benedetto, principe di Vallata, nel 1956. Mentre la principessa Orsini da lungo tempo ormai risiedeva all’estero e Domenico Napoleone a Roma, don Benedetto Orsini aveva preso stabile residenza a Padova, dove a tutt’oggi cura gli interessi economici della famiglia. Celibe, ha sempre vissuto una vita riservatissima e lontana dalle frequentazioni e dai riti mondani dell’aristocrazia patavina e veneta in generale. Profondamente legato alla madre, rimane nella nostra città l’ultimo testimone d’un tempo certamente superato ma non privo di un fascino inimitabile.
Adina Agugiaro
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