Morti alle Acciaierie Venete, in sei verso il processo
La tragedia il 13 maggio 2018: la Procura chiederà il rinvio a giudizio per i vertici della società padovana, di Danieli Cranes e Officine Meccaniche, l’accusa è omicidio colposo

PADOVA. In cinque vanno verso il processo con l’accusa di omicidio colposo per la morte di Sergiu Todita (39 anni) e Marian Bratu (43 anni), vittime dell’incidente verificatosi alle Acciaierie Venete il 13 maggio 2018. I due operai furono investiti dall’acciaio fuso a seguito del rovesciamento della siviera che trasportava il metallo incandescente. Un indagato è accusato di lesioni colpose, per gli altri due operai rimasti feriti. Ma nella lista degli indagati figurano anche le stesse Acciaierie Venete e le due ditte friulane Danieli Centro Cranes Spa e Danieli & C. Officine Meccaniche Spa, queste ultime produttrici del carroponte che si è rotto.

Sergiu Todita (39 anni) e a destra Marian Bratu (43 anni), vittime della tragedia alle acciaierie
Indagini concluse
Il procuratore aggiunto Valeria Sanzari ha chiuso le indagini e si appresta a chiedere il rinvio a giudizio per sei persone e tre aziende. L’incidente sarebbe stato causato dalla rottura del perno della traversa di colata del carroponte che ha fatto rovinare a terra la siviera che conteneva 90 tonnellate di acciaio fuso che colpiva gli operai, investiti anche dall’immane ondata di calore. Il metallo, appena uscito dal forno, era a 1.350 gradi. Secondo il pm il perno non era stato progettato in modo da poter resistere alla “fatica” a cui veniva sottoposto.
Gli indagati
Di omicidio colposo sono accusati Alessandro Banzato, presidente del Consiglio di amministrazione di Acciaierie Venete Spa, il direttore dello stabilimento padovano Giorgio Zuccaro, Dario Fabbro presidente della Danieli Centro Cranes, Giampietro Benedetti presidente di Danieli Officine Meccaniche, Giacomo Danieli Mareschi in qualità di amministratore delegato di Danieli Officine Meccaniche. Per Vito Nicola Plasmati, amministratore delegato della Hayama Teac Service Srl (sempre friulana), l’accusa di lesioni colpose. Secondo la Procura di Padova Banzato, Zuccaro, Fabbro, Benedetti e Mareschi Danieli, in violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro, avrebbero causato la morte di Todita, avvenuta il 5 giugno 2018, e quella di Marian Bratu, deceduto dopo sei mesi di agonia, con oltre il 90% del corpo ustionato, il 26 dicembre 2018. A Fabbro, Benedetti e Mareschi Danieli viene contestata, in particolare, la progettazione, la produzione e il collaudo del carroponte con caratteristiche tali da non garantire la sicurezza e l’incolumità dei lavoratori. Plasmati, invece, è accusato di aver violato le norme sulla prevenzione degli infortuni causando lesioni agli operai Simone Vivian e David Di Natale, dipendenti della Hayama Teac Service Srl: i due lavoravano nello stabilimento padovano in forza di un appalto.
Le aziende
Per Acciaierie Venete, Danieli Centro Cranes e Danieli & C. Officine Meccaniche c’è la responsabilità amministrativa per fatto penale, qualora sia dimostrato che i reati - omicidio e lesioni - siano stati commessi nel loro interesse e a loro vantaggio in difetto di un idoneo modello organizzativo di controllo. Per le aziende può profilarsi una sanzione pecuniaria o a carattere interdittivo, come per esempio non poter più lavorare con gli enti pubblici.
L’incidente
L’infortunio alle Acciaierie si è verificato alle 8 di domenica 13 maggio 2018 nello stabilimento di Riviera Francia: una siviera piena di acciaio fuso si stacca dal carroponte che dovrebbe guidarla agli stampi, cade ed esplode davanti agli operai. Ad avere la peggio sono Todita e Bratu, i più vicini all’ondata di acciaio fuso crollata dal carroponte.
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