Mr. Forest e le stanze del motel della vita tra paure e folli cimeli

Dopo tanta gavetta con Arbore, Zelig e Gialappa’s il comico-mago stralunato arriva a Mestre con una piéce

TREVISO. In quell’alberghetto c’è anche la stanza dove ha alloggiato Annette. Era la vera nipote di Mubarak, ma - mannaggia al Berlusca - quando lei lo ha detto non le ha creduto nessuno.

Al Motel Forest (niente a che fare con il Rain Cafè omonimo) si accavallano ricordi di persone e sentimenti. In questo museo le opere sono appese alle pareti della mente. Una mente a luce intermittente, proprio come quella della tremolante insegna al neon. E quando quella si spegne, si accendono i sogni. Del Motel Forest, «porto franco dei sentimenti e delle emozioni in cui le illusioni si trasformano in realtà e dove tutto è permesso tranne che dormire», il direttore è Michele Foresta, alias mister - o mago - Forest, uno dei punti fermi e amati della comicità televisiva nazionale, diventato trevigiano per amore. Lo spettacolo “Motel Forest” va in scena al Corso di Mestre, venerdì sera alle 21.15.

«Perché direttore di un motel? Superati i 29 anni (in realtà sono 55 il 22 febbraio) bisogna inventarsi anche un paracadute professionale cui dare il proprio nome: De Niro ha aperto il ristorante, Sting l’agriturismo in Toscana, Banderas ... un mulino bianco. Io mi accontento dell’alberghetto un po’ kitsch e stralunato. Vesto i panni di questo surreale ex mago-albergatore che illustra ai suoi clienti le “stanze a tema” del motel in un volo leggero e ricco di sorprese, tra magia, comicità, follia e riflessioni». Un inaspettato attore teatrale? Non scherziamo: Forest faceva l’antimago sui palcoscenici quando ancora non conosceva nessuno della Gialappa’s e non era ancora transitato tra il pubblico (finto: erano tutti giovani avanzi di accademia e a quelli bravi come lui veniva offerta una particina recitata) di “Indietro Tutta” di Renzo Arbore.

Prima di diventare una trasmissione tivù - in cui lui, Forest, detiene ancora il record di presenze - Zelig era uno spettacolo teatrale. E lui già c’era, dopo una infinità di provini a caccia di una scrittura («Ne ho fatti tanti», parafrasa, «che ormai sono convinto di chiamarmi Avanti il Prossimo») e prima della infinita serie di “Mai dire”.

«In scena siamo in tre - spiega - insieme a me, ad ostacolarmi in questo racconto delle stanze a tema, ci sono due personaggi. Il primo è un addetto alla sicurezza dal curriculum imbarazzante: è lo stesso che teneva d’occhio Giovanni Paolo II quando Alì Agca gli sparò, quello che difendeva Berlusconi quando lo colpirono con la statuetta del duomo di Milano. L’altro è un lift-man. Con la scusa del fatto che si tratta di una ex rockstar fallita, fa anche da appoggio musicale allo spettacolo. Gira con il braccialetto elettronico, ha una fedina penale e un approccio disinibito con le droghe così pesanti che non lo vuole in comunità nemmeno don Mazzi, che pure prende tutti i peggiori. Uno così losco che i partiti politici fanno a gara per averlo come capolista».

In scena con Forest ci sono i bravi Lele Micò ed Hemry Barbieri. Questa è la quindicesima replica di un tour che dopo Mestre andrà a Vercelli e poi tornerà a percorrere il Nordest da Trieste a Codroipo, da San Daniele a Latisana, a Portogruaro, ad Arzignano, da Chioggia a fino a chiudersi, l’8 aprile, a Bassano. «Non ricordo i nomi di tutte le tappe del tour - dice tutto serio - in compenso ricordo tutto ciò che ho mangiato e soprattutto ho bevuto. Mi capita così di riassumere la parte, al Sud, già vissuta di questa tournèe, con i nomi dei vini locali: il teatro del Morellino di Scansano, il Primitivo di Manduria, la recita del Negroamaro, quella del Locorotondo, dell’Aleatico puliese, del Copertino o del Nardò ... Scherzo? Un po’ sì e un po’ no».

Il tutto, insomma, vissuto con gioia. «Il mio mestiere mi piace. E in scena ho sempre cercato i dare il meglio di me. Essendo uno che non si ri-guarda in tape o in tivù, l’ho fatto perché da vecchio non voglio provare fastidio nel rivedermi.

Come funziona? «Ogni stanza corrisponde a un sentimento o a un’emozione umana. La stanza dei ricordi: via con un elenco dei ricordi di regali delle ex fidanzate. Quella del rischio? Per colpire la fantasia delle donne e fare l’impavido faccio una roulette russa con i trapani elettrici. Troppo facile con la pistola». Anche la paura e il brivido fanno parte dell’avventura della vita: potrà capitare di imbattersi in cimeli raccapriccianti presi a prestito dalle famose stanze di Psyco e Shining.

Antonio Frigo

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